Quote rosa: vantaggi, limiti e prospettive
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Quote rosa: vantaggi, limiti e prospettive

Commissione Europea

La legge Golfo-Mosca: un primo passo verso l’equilibrio.

Le cosiddette quote rosa sono state introdotte in Italia nel 2011 con la legge nota come “Golfo-Mosca”, dal nome delle sue relatrici, le parlamentari Lella Golfo e Alessia Mosca.
La norma nasceva per favorire l’accesso del genere sottorappresentato – le donne – nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate in borsa e di quelle a controllo pubblico.

Inizialmente, la quota era fissata a un quinto (20%) dei membri, poi innalzata a un terzo (33%) e, infine, per le sole società quotate, portata a due quinti (40%). Fu una legge pionieristica: l’Italia fu la prima in Europa ad adottare un sistema di questo tipo, successivamente recepito anche dall’Unione Europea.

L’Europa si muove: la Direttiva 2022/2381

Solo negli ultimi anni il tema dell’equilibrio di genere nei Cda è diventato centrale nel panorama legislativo europeo. In questo senso, la Direttiva (UE) 2022/2381 – nota come Gender Balance on Corporate Boards Directive – rappresenta un passo decisivo per promuovere una maggiore rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate in tutta l’Unione.

L’intervento si è reso necessario perché, nonostante l’aumento del numero di donne nei board aziendali, i progressi sono stati disomogenei. Nei Paesi che, a differenza dell’Italia, non avevano introdotto quote vincolanti, la situazione era stagnante.

Donna con bandiera Unione Europea
Donna con bandiera Unione Europea

Con la nuova normativa, che gli Stati membri hanno dovuto recepire entro il 2024, le società quotate dovranno raggiungere entro il 30 giugno 2026:

  • almeno il 40% di presenza del sesso sottorappresentato tra gli amministratori non esecutivi;
  • oppure il 33% di rappresentanza complessiva nei consigli di amministrazione.

Esclusioni e limiti della normativa

Sono escluse dall’obbligo le società con meno di 250 dipendenti. Inoltre, la Direttiva – così come già la legge Golfo-Mosca – non si applica alle aziende non quotate.
Un limite significativo, considerando che in Italia la gran parte del tessuto produttivo è composto da piccole e medie imprese.

Nel nostro Paese, la Direttiva riguarderà circa 377 società quotate. Di queste, si stima che 124 dovranno modificare la composizione dei propri Cda per raggiungere almeno il 33% richiesto.

Un’occasione da estendere anche alle PMI

Si tratta di un passo avanti importante. Tuttavia, considerando che una maggiore rappresentanza di genere contribuisce a superare stereotipi culturali e a promuovere una leadership inclusiva – con benefici per l’intera azienda e tutti gli stakeholder – il fatto che le nuove norme continuino a escludere le società non quotate rappresenta un limite da non sottovalutare. Una questione che dovrebbe essere al centro dell’agenda del legislatore italiano.

Leggi anche
Leone XIV: il Papa torna nella residenza estiva “disertata” da Bergoglio

Riproduzione riservata © 2025 - NM

ultimo aggiornamento: 29 Maggio 2025 15:09

Leone XIV: il Papa torna nella residenza estiva “disertata” da Bergoglio

nl pixel