Un’inchiesta della CNN rivela come la povertà estrema spinga i cittadini del Myanmar a vendere organi sui social.
Il Myanmar sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti, con la povertà dilagante che colpisce milioni di persone. A tre anni dal colpo di stato militare del 2021, il paese è precipitato in una spirale di violenza, disoccupazione e disperazione. Quasi la metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, una condizione che costringe molti a prendere decisioni estreme per sopravvivere. Una recente inchiesta della CNN ha portato alla luce un fenomeno sconvolgente: la vendita di organi sui social network da parte dei più poveri.
Vendere organi per sfuggire alla miseria
Per molte persone in Myanmar, vendere organi è diventato l’ultimo disperato tentativo di sfuggire alla fame e alla miseria. Piattaforme come Facebook vengono utilizzate per mettere in contatto venditori e acquirenti, spesso con l’aiuto di intermediari che organizzano l’intero processo, dalla falsificazione dei documenti alla chirurgia clandestina.
L’inchiesta della CNN ha documentato numerose storie tragiche, tra cui quella di un uomo, conosciuto con lo pseudonimo di Maung Maung, che ha venduto il suo rene per 3.000 dollari. Dopo aver perso tutto a causa delle torture subite dalla giunta militare, Maung Maung ha deciso di mettere in vendita il suo organo su Facebook per salvare la sua famiglia dalla fame.
La drammatica realtà dei poveri in Myanmar
Questa pratica, oltre a essere illegale, espone le persone più vulnerabili a rischi enormi, sia dal punto di vista sanitario che legale. Gli intermediari, che spesso operano tra Myanmar e India, si occupano di falsificare i documenti per aggirare le leggi che regolano le donazioni di organi, spesso con la complicità di funzionari corrotti. Tuttavia, il pericolo non finisce qui: molti donatori vengono abbandonati senza alcuna assistenza medica dopo l’intervento, lasciandoli in condizioni ancora peggiori rispetto a prima.