La ragazza ha raccontato quello che le è successo in tv: era innamorata di uno dei ragazzi che poi l’ha violentata.
Lo stupro di Palermo non è solo una storia di violenza. La ragazza, aggredita dal branco lo scorso 7 luglio, ha raccontato ieri a Zona Bianca quello che le è successo, gli inganni subiti e quello che a tutti gli effetti è stato per lei un amore non corrisposto, falso e nato dalle bugie. L’oggetto dei suoi desideri ha un nome ed un cognome ed è stato colui che ha filmato le violenze con il suo cellulare: Angelo.
Durante il suo intervento in tv, la ragazza ha parlato di “ossessione che si prova nonostante ti venga fatto del male“. Il suo racconto, sentito e colmo di dolore, è partito proprio da quello che, per lei, sarebbe potuto diventare un fidanzato: “Ero completamente infatuata di Angelo. Ero completamente ossessionata da lui. Lui mi scriveva che voleva stare con me e che io andassi a vivere da lui. Addirittura mi diceva quando, dopo che era partito tipo per lavoro, che sarebbe stato bello se ci andavo con lui, che mi avrebbe trattato come una principessa“.
Una storia d’amore… completamente artefatta?
“Mi sono lasciata trasportare da tutto quello che mi diceva e dalle sua azioni – ha confermato la vittima -. Mi accarezzava, mi diceva che ero “la sua vita”. CI facevamo TikTok assieme, ridevamo, scherzavamo. Cioè non avevo visto, diciamo, un atteggiamento cattivo che potesse arrivare ad usarmi in questo modo, a farmi tutto questo“.
“Angelo era gentilissimo, ripeto, mi chiamava “vita” – continua la ragazza -. Mi accarezzava. Mi diceva che mi avrebbe trattata da principessa se soltanto avessi lasciato il mio ragazzo e fossi stata con lui. Lo conoscevo da metà aprile però mi aveva colpita da subito. Non volevo solo prendere una decisione avventata e subito mettermi con lui“.
Angelo, però, l’aveva solo manipolata per guadagnare la sua fiducia: “Ho scoperto in successione che era un inganno, che tutto quello che mi diceva era falso. Io mi fidavo di lui. Ci uscivo anche da sola, ci stavamo frequentando“.
Il racconto di quella sera tremenda
“Quella sera – racconta la vittima – avevo bevuto un cocktail con la mia amica, poi dovevamo andare da dei nostri amici che abitavano vicino alla Vucciria. Lui mi ha chiamato al telefono e mi sono venuti gli occhi a cuoricino. Gli altri me li ha presentati tutti Angelo. “Tranquilla, ti puoi fidare“ mi diceva. Poi però hanno iniziato ad essere strani e a toccarmi. Chiedevo ad Angelo: “Dove stiamo andando?” Lui rideva e mi diceva “Tranquilla”. Mi sentivo tradita, lo guardavo come per dirgli: “Che cosa mi stai facendo?””.
“Quando è finito tutto – aggiunge la ragazza rivelando un particolare terrificante – gli ho detto di chiamare l’ambulanza, che se fossero arrivati quelli del 118 io non avrei raccontato niente. Loro avevano paura che li denunciassi perché Angelo aveva detto: “Ragazzi questo è stupro di Massa” e rideva. “Ma quale ambulanza”, mi ha detto e sono scappati lasciandomi lì. Non capisco perché mi abbia fatto questo, perché ha registrato. Non capisco”.