Ragazza appena ventenne violentata: l’incubo vissuto

Ragazza appena ventenne violentata: l’incubo vissuto

Una 20enne è stata violentata in un parcheggio a Roma dopo aver bevuto un drink. Arrestato un promoter di 36 anni.

La vicenda della ragazza violentata, sarebbe avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 ottobre 2024 a Roma, nella zona del Tiburtino, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Una ragazza di 20 anni ha denunciato di essere stata vittima di violenza sessuale da parte di un uomo di 36 anni, che lavorava come promoter in una discoteca. Come riportato da today.it

Secondo gli inquirenti, il 36enne avrebbe approfittato dello stato di inferiorità fisica e psichica della giovane, causato dall’ingestione del drink contenente stupefacenti. Al momento, l’uomo si trova ai domiciliari in attesa di ulteriori sviluppi nell’inchiesta.

La dinamica della violenza e come sarebbe avvenuta

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la giovane era stata reclutata per lavorare come ragazza immagine. Durante la serata, il 36enne le avrebbe offerto un drink, invitandola a consumarlo rapidamente. Come appreso da today.it

Poco dopo, la ragazza ha perso conoscenza e si è risvegliata senza memoria di quanto accaduto. La madre della giovane, preoccupata per l’improvvisa mancanza di contatti, è riuscita a localizzarla utilizzando un’applicazione di tracciamento GPS. La ragazza è stata trovata in un parcheggio e subito trasportata al pronto soccorso, dove sono state rilevate lesioni compatibili con una violenza. Come riferito da today.it

Le analisi forensi hanno svolto un ruolo determinante nel caso. Sul capo di abbigliamento della giovane sono state trovate tracce di DNA, riconducibili al presunto aggressore.

L’arresto e le accuse

L’uomo, un 36enne, è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari in seguito a un’ordinanza del giudice. L’accusa nei suoi confronti è di violenza sessuale aggravata, in quanto avrebbe approfittato dello stato di inferiorità fisica e psichica della vittima. Come riportato da today.it

Gli investigatori sostengono che il promoter abbia somministrato alla giovane una sostanza narcotizzante a sua insaputa, compromettendo la sua capacità di reagire e rendendola vulnerabile. Il caso è attualmente oggetto di ulteriori indagini per accertare tutti i dettagli della vicenda.