L’ex calciatore della Juventus, ora alla Reggiana, è stato condannato per stupro di gruppo ma ha detto di voler provare la sua innocenza.
Aveva fatto scalpore la vicenda giudiziaria di Manolo Portanova, calciatore condannato per stupro di gruppo. L’ex tesserato della Juventus e del Genoa, ora in forza alla Reggiana, ha affermato di essere innocente, annunciando che presto sarebbe riuscito a portare in tribunale le prove che lo dimostrerebbero. Il calciatore, comunque, ha offerto un assegno alla ragazza riconosciuta come vittima dagli inquirenti.
Le tifose della sua nuova squadra, la Reggiana, si sono schierate contro il suo trasferimento dando vita ad una protesta. La Stampa, comunque, è riuscita ad intervistare la vittima del presunto stupro. Si tratta di una studentessa romana di 22 anni che, secondo il tribunale di Siena, sarebbe stata picchiata e poi violentata da Manolo Portanova, da suo fratello William, da suo cugino e da una quarta persona.
“Ha bisogno d’aiuto”
Per la 22enne, il calciatore dovrebbe andare in un centro di recupero per uomini violenti. “È una cosa che gli ho sempre consigliato caldamente“, ha commentato la ragazza, aggiungendo che “sarebbe un percorso utile per tutti gli uomini in generale. In modo che imparino a mettersi nei panni di quelle che potrebbero diventare le loro vittime“.
“Il punto non è che Portanova giochi o meno – continua la 22enne -. Questo risponde a meccanismi che hanno poco a che fare con i fatti di cui si discute. I regolamenti della Figc non si occupano di questo. Il problema è che chi gioca a calcio rappresenta un modello per il pubblico e ha una visibilità che bisognerebbe utilizzare con più responsabilità“.
“Il mio interesse nei suoi confronti – ha confessato la studentessa – è nato senza che io avessi la minima idea di chi fosse e che cosa facesse nella vita. Per altro, il suo nome non mi ha portato nulla di positivo. Non ho ottenuto niente da tutta questa storia. Anzi, qualcosa sì: solo dolore e lo stesso dolore lo vive la mia famiglia. A che pro avrei dovuto inventare? Non ho mai chiesto niente, accettato niente e voluto niente“.