Orrore: ragazzo con sindrome di Down lasciato sbranare vivo da un cane

Orrore: ragazzo con sindrome di Down lasciato sbranare vivo da un cane

La straziante storia di Muhammed Bhar, un ragazzo con sindrome di Down ucciso da un cane dell’esercito israeliano a Gaza.

La tragica vicenda di Muhammed Bhar, un giovane di 24 anni con sindrome di Down, ha sconvolto il quartiere Shujaiya, nella parte orientale di Gaza City. Durante un’offensiva militare israeliana, Muhammed è stato attaccato da un cane dell’esercito, lasciato agonizzante e senza cure. Sua madre, racconta con dolore la brutale esperienza come riportato da ilfattoquotidiano.it.

Nella fase più intensa dell’offensiva israeliana, alla fine di giugno, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ordinato alla popolazione locale di evacuare le proprie case. Tuttavia, per la famiglia Bhar, con un anziano e Muhammed gravemente disabile, l’evacuazione era un compito arduo. “Era come gestire un bambino di un anno,” ha detto la madre.

Durante i giorni di assedio, la famiglia si è rifugiata nel bagno, cercando di proteggere i più piccoli, mentre Muhammed, che non voleva muoversi, era stato sistemato in un angolo ritenuto sicuro.

cane aggressivo dentro una gabbia

L’attacco crudele

L’incubo ha raggiunto il culmine quando i militari israeliani hanno fatto irruzione nella casa. Uno dei loro cani addestrati è stato scagliato contro Muhammed. La madre non riesce a dimenticare le urla di suo figlio e l’immagine del cane che lo mordeva incessantemente. “Non riesco a smettere di pensare alle sue urla e all’immagine di lui che cerca di liberarsi,” ha raccontato la madre. “Il cane gli ha morso il petto, poi ha continuato a morderlo e a sbranarlo sul braccio.

Nonostante le suppliche disperate della madre, i militari hanno continuato l’attacco, lasciando Muhammed gravemente ferito. Dopo l’assalto, la famiglia è stata costretta a lasciare l’abitazione, mentre Muhammed è stato chiuso in una stanza dai soldati con la promessa di essere curato. Tuttavia, la realtà era ben diversa: il giovane è stato abbandonato, agonizzante e senza alcun soccorso.

Il ritrovamento del corpo

Quando, dopo sette giorni, la famiglia è finalmente tornata, la scena che li ha accolti è stata straziante. Muhammed giaceva ancora nella stanza, ormai morto, il corpo in decomposizione. Il primo a trovare il cadavere è stato il fratello Jebril, che ha descritto l’orribile stato in cui si trovava il corpo del giovane: “Era sdraiato a pancia in giù, il suo corpo era in decomposizione e i vermi avevano iniziato a mangiargli la faccia.

L’uso di cani da combattimento da parte dell’esercito israeliano non è un caso isolato. In molte operazioni a Gaza, questi animali sono stati utilizzati per attaccare i civili, provocando terrore e sofferenza. La morte di Muhammed Bhar è un esempio tragico di questa brutale tattica. La famiglia ha dovuto seppellire il corpo del giovane nel giardino di casa, senza nemmeno poter registrare ufficialmente la sua morte.

La storia di Muhammed è una dolorosa testimonianza delle atrocità che avvengono quotidianamente a Gaza, un luogo dove la guerra lascia segni indelebili nelle vite delle persone, specialmente dei più vulnerabili.

Fin dall’inizio del conflitto, l’esercito israeliano ha utilizzato cani da combattimento per perquisire edifici, compresi gli ospedali, permettendo agli animali di attaccare e sbranare i civili. La mancata collaborazione dell’esercito israeliano ha impedito la registrazione ufficiale della morte di Muhammed. Lasciando la sua famiglia con un profondo senso di ingiustizia e dolore.

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