Le forze armate israeliane colpiscono il nord di Gaza. Hamas chiede una giornata di “rabbia e mobilitazione” in Cisgiordania.
Un nuovo attacco delle forze armate israeliane ha colpito il nord di Gaza, lasciando un bilancio tragico di nove morti, tra cui anche bambini. La reazione di Hamas non si è fatta attendere, con un appello a una “giornata di rabbia” in Cisgiordania per contrastare i coloni israeliani.
Nuovo raid a Gaza: morte e distruzione
Come riportato da Ansa, le forze armate israeliane hanno lanciato un nuovo raid nel nord della Striscia di Gaza, colpendo due diverse località. Secondo la Difesa civile palestinese, l’attacco ha provocato nove morti, tra cui alcuni bambini. Al Jazeera ha riportato che cinque delle vittime sono decedute a seguito di un bombardamento su un edificio in Yarmouk Street, mentre altre quattro hanno perso la vita in un attacco su Jaffa Street, nel quartiere Tuffah. I soccorritori hanno lavorato incessantemente per recuperare i corpi e soccorrere i numerosi feriti. La comunità internazionale ha subito espresso preoccupazione per l’escalation di violenza e il continuo peggioramento della situazione umanitaria nella regione.
Hamas risponde: una “giornata di rabbia” in Cisgiordania
In risposta al raid, Hamas ha esortato la popolazione palestinese in Cisgiordania a organizzare una “giornata di rabbia e mobilitazione”. Dopo l’uccisione di un arabo israeliano vicino a Betlemme durante scontri con coloni, il gruppo ha invitato i residenti a “affrontare i coloni con tutti i mezzi”. La tensione nella regione è aumentata ulteriormente con l’annuncio di uno sciopero generale in alcune aree della Cisgiordania. I media israeliani hanno riferito dell’escalation degli scontri, alimentando timori di un’ulteriore recrudescenza della violenza. L’appello di Hamas arriva in un contesto già estremamente delicato, con la comunità internazionale che continua a premere per un cessate il fuoco.
L’importanza di una tregua assistenza umanitaria
Nel frattempo, sul fronte umanitario, si registra un aumento degli appelli per una tregua. Organizzazioni come Emergency sono riuscite a entrare a Gaza per fornire assistenza sanitaria di base, nonostante le difficoltà di accesso e le condizioni di sicurezza precarie. L’Unicef ha ribadito l’urgenza di una pausa nei combattimenti per permettere la vaccinazione dei bambini contro la polio, recentemente confermata in un bambino di 10 mesi a Gaza. “La popolazione di Gaza è allo stremo,” ha dichiarato Stefano Sozza di Emergency, sottolineando la necessità di un cessate il fuoco immediato per consentire l’ingresso di aiuti umanitari e alleviare le sofferenze dei civili. La situazione resta critica, con una popolazione già duramente provata che continua a vivere in condizioni disumane.