Il rally dell'Oro è finito o sarà ancora protagonista?
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Direttore: Alessandro Plateroti

Il Rally dell’oro è finito?

IL RALLY  DEL PRIMO SEMESTRE

L’oro è stato protagonista di una performance eccezionale nei primi sei mesi di quest’anno, arrivando a guadagnare il 25% . Se a gennaio 2016 il prezzo dell’ oro era infatti in area 1.070/1.080 dollari/oncia arriva a superare la soglia dei 1.370 dollari nei giorni successivi alla Brexit. In una situazione di incertezza finanziaria l’ oro viene da sempre considerato un bene rifugio e anche in questa circostanza si è confermato tale. Secondo alcuni analisti però la performance avrebbe potuto assumere dimensioni ancora maggiori se non ci fossero stati alcuni fattori che hanno concorso al  “limitare” il rally.

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Un primo fattore da ricordare è che l’ oro si compra in dollari e la valuta statunitense si è apprezzata di circa il 2% contro le principali altre valute determinando in questo modo un costo maggiore per gli acquirenti non americani. In secondo luogo l’inflazione resta bassa in America come negli altri Paesi e la Brexit  fa crescere i rischi al ribasso. Dal momento che l’acquisto dell’oro è motivato dal voler proteggere il potere d’acquisto della propria moneta, la situazione attuale determina che non vi sia una grande spinta da parte degli investitori a tutelarsi contro l’aumento dei prezzi.

LA DISCESA DEL MESE DI OTTOBRE

Se già durante l’estate il prezzo dell’ oro ha dato i primi segni di cedimento, nel mese di ottobre ha già inanellato 8 sedute negative che ne hanno portato il prezzo a livello pre-Brexit scendendo in zona 1.250 dollari. Una delle cause di questa importante battuta d’arresto rilevata dagli analisti è senza dubbio la minor domanda di oro da parte della Cina che è uno dei principali importatori. Parallelamente l’attesa di un imminente rialzo dei tassi USA determinerebbe un minore interesse a focalizzarsi sui metalli preziosi.

Queste sarebbero alcune delle ragioni per cui l’ oro resta sì una materia prima appetibile ma forse non vi sono più i presupposti per cui si riesca a raggiungere a breve la soglia dei 1.400 dollari né tantomeno ripetere l’exploit del 2011 quando le quotazioni superarono i 1.900 dollari (massimo storico); in quel caso infatti lo scenario politico-economico era assai diverso e i timori per la crisi dell’Euro molto evidenti nel tessuto economico.

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ultimo aggiornamento: 18 Ottobre 2016 22:50

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