Istat: “Un’azienda su tre a rischio chiusura per il coronavirus”

Istat: “Un’azienda su tre a rischio chiusura per il coronavirus”

Il rapporto dell’Istat sulle aziende italiane: una su tre rischia la chiusura per l’emergenza coronavirus.

MILANO – Il rapporto dell’Istat sulle aziende italiane conferma l’impatto negativo del coronavirus in Italia. Una su tre rischia di chiudere per gli effetti della pandemia.

Il rischio sembra essere molto più elevato tra le micro e le piccole imprese anche se assume rilevanza tra le medie e le grandi. Tra le principali cause di una possibile chiusura c’è il calo del fatturato, ma anche dai vincoli di liquidità, dalla contrazione della domanda e dai vincoli di approvvigionamento dal lato dell’offerta.

I dati Ocse: “In Italia disoccupazione al 12,4% entro il 2020”

I problemi evidenziati dall’Istat vengono confermati anche dall’Ocse con il suo nuovo aggiornamento sulla disoccupazione che in Italia dovrebbe raggiungere il 12,4% entro il 2020.

Mentre l’economia inizia a riaprirsi dopo il lockdown – precisa l’Organizzazione nella nota citata da RaiNews24si prevede che la disoccupazione scenderà all’11% entro la fine del 2021, ma resterà al di sopra dei livelli pre-crisi“.

Borse deboli

L’emergenza economica e la paura di un ritorno dei contagi ‘pesano’ anche sulla Borsa. In questa seconda giornata i mercati hanno registrato un rosso sia in Italia che in America e in Asia.

A livello mondiale dobbiamo segnalare una chiusura con -1,51% per il Dow Jones mentre il Nasdaq (-0,86%) e Tokyo (-0,44%) hanno avuto una perdita sicuramente minima. In Europa le peggiore è stata Londra (-1,4%). Piazza Affari è stata la migliore con al termine degli scambi un rosso dello 0,10% che ha reso la giornata quasi invariata.

In calo lo spread che ha chiuso i martedì a 163 punti base con il rendimento decennale all’1,22%. Chiusura debole anche per l’euro che passadi mano a 1,1285 dollari e 107,55 yen. Per quanto riguarda le materie prime l’oro ha avuto una crescita dello 0,7% chiudendo a 1.806 dollari l’oncia. In lieve aumento anche il petrolio: +0,1% a 40,6 dollari il Wti e +0,3% a 43,2 dollari il Brent.