Il 2018 è stato un anno nero per il mondo del giornalismo. Secondo RSF sono 80 i cronisti che hanno perso la vita da gennaio.
PARIGI (FRANCIA) – I numeri del rapporto annuale RSF sono tragici: nel 2018 sono 80 i giornalisti che hanno perso la vita. Dati superiori rispetto al 2017. Entrando nel dettaglio 63 le vittime (aumento del 15% rispetto all’anno precedente n.d.r.) che erano professionisti mentre 13 i non professionisti. Il bilancio tragico viene completato dai quattro collaboratori dei media.
“L’odio verso i giornalisti – precisa Christophe Deloire riportato da Repubblica – proferito e persino sostenuto da leader politici, religiosi e uomini d’affari senza scrupoli ha conseguenze drammatiche sul terreno, e si traduce in un aumento preoccupante delle violazioni. I social portano una pesante responsabilità in questo senso. I sentimenti di odio legittimano la violenza e indeboliscono, ogni giorno di più il giornalismo e con essi la democrazia“.
Giornalismo, i dati del rapporto annuale RSF mettono paura
I numeri che si leggono nel rapporto annuale RSF sono tremendi. Si parla di più di 700 giornalisti professionisti uccisi negli ultimi dieci anni e la metà di questi deliberatamente assassinati. Tra loro ci sono sicuramente i casi del saudita ribelle Jamal Khashoggi e lo slovacco Jan Kuciak.
Purtroppo il bilancio vede inserita anche l’Italia. Il decesso di Antonio Megalizzi dovrebbe essere stata considerata in questo rapporto altrimenti l’aggiungiamo noi. Il giovane italiano stava studiando e facendo il praticantato per avverare il sogno di diventare giornalista ma una sera a Strasburgo un quasi coetaneo ha deciso di porre fine alla sua vita sparando all’impazzata.
Una morte tragica per il nostro connazionale che si trovava in Francia per motivi lavorativi ma che non è più tornato dalla città transalpina per una battaglia che al momento non trova nessuna giustificazione sicuramente non la troverà neanche nei prossimi anni.
fonte foto copertina https://www.facebook.com/rachid.rais3