Razzi lanciati sul giardino della villa di Netanyahu: tre arresti

Razzi lanciati sul giardino della villa di Netanyahu: tre arresti

Tre arresti per il lancio di razzi sulla villa di Netanyahu a Cesarea: un attacco simbolico che segna un’escalation preoccupante.

Le autorità israeliane hanno arrestato tre persone sospettate di aver lanciato razzi illuminanti nel giardino della villa del primo ministro Benjamin Netanyahu a Cesarea.

L’attacco, avvenuto nella serata di ieri, non ha causato feriti né danni significativi, ma viene descritto come un gesto grave. La residenza era vuota al momento dell’incidente, come riportato dall’Ansa, poiché il primo ministro non si trovava sul posto.

Un “attacco” a Netanyahu senza precedenti

Secondo quanto riferito dalla polizia e dallo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano, i razzi sono atterrati nel cortile della villa, provocando un’intensa operazione di sicurezza nella zona. “Il grave incidente segna una pericolosa escalation“, si legge in una nota congiunta delle autorità.

Al momento, i nomi dei tre sospetti rimangono coperti da un’ordinanza di segretezza emessa dai tribunali, che impedisce la divulgazione di dettagli sull’inchiesta per i prossimi 30 giorni.

Tuttavia, le forze di sicurezza stanno indagando sul movente e sulla possibile appartenenza degli arrestati a gruppi organizzati.

Questo attacco si aggiunge a un episodio recente in cui un drone, lanciato dal Libano, aveva colpito la facciata della stessa abitazione di Netanyahu, causando danni materiali ma senza conseguenze per le persone.

La tensione si sposta anche a Gaza e in Libano

Parallelamente, l’area mediorientale sta vivendo un’escalation di violenza. Nelle ultime ore, Hezbollah ha rivendicato il lancio di razzi contro basi militari israeliane nei pressi di Haifa e nel nord del Paese. L’esercito israeliano ha risposto con raid aerei nel sud di Beirut, colpendo quartieri residenziali e provocando vittime civili.

Inoltre, nella Striscia di Gaza, un raid israeliano su una scuola trasformata in rifugio ha causato la morte di almeno 10 palestinesi e sono feriti molti altri. Le operazioni di soccorso continuano, ma si teme che altre persone siano intrappolate sotto le macerie.

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