Il razzo cinese è caduto nell’Oceano Indiano

Il razzo cinese è caduto nell’Oceano Indiano

Il razzo cinese in caduta libera sulla Terra è rientrato nella notte tra l’8 e il 9 maggio. È caduto nell’Oceano Indiano.

Si è concluso fortunatamente senza conseguenze il caso del razzo cinese in caduta libera sulla terra. Dopo giorni trascorsi con gli occhi rivolti al cielo nella speranza di vedere qualcosa e poi per la paura che la caduta dei detriti potesse in qualche modo interessarci, possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo. Il razzo ha fatto rientro e i detriti sono finiti nell’Oceano Indiano.

Il razzo cinese in caduta libera sulla Terra

Il caso è quello del razzo cinese lanciato nella giornata del 29 aprile per mandare nello spazio il primo modulo della stazione orbitante. Solo che la missione non è andata propriamente secondo i piani: il razzo cinese infatti ha fatto rientro in caduta libera. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin aveva fatto sapere che i rischi sarebbero stati bassi così come estremamente basse erano le probabilità che i detriti potessero causare danni a cose o persone.

Sole e Terra

La data del rientro incontrollato

Il rientro incontrollato del razzo sulla terra è avvenuto nella notte tra l’8 e il 9 maggio. È stato possibile seguire la caduta del razzo in tempo reale grazie al servizio messo a disposizione dai siti specializzati nel monitoraggio dei satelliti.

I rischi per l’Italia: dove potrebbero cadere i detriti del razzo cinese in caduta libera. Le indicazioni della Protezione Civile

Nella giornata del 7 maggio la Protezione Civile aveva fatto sapere che non era possibile escludere rischi per l’Italia. Nel corso delle ore si era allargata la mappa delle zone considerate a rischio per la caduta di detriti. Nella giornata dell’8 maggio l’allerta interessava diverse regioni del Centro-Sud: Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La Protezione Civile aveva fornito alcune indicazioni utili per la sicurezza. Il consiglio era quello di stare al chiuso possibilmente ai piani bassi, in quanto i detriti avrebbero potuto effettivamente danneggiare il tetto e il solaio dell’abitazione.

Nella notte del rientro del razzo, la Protezione Civile ha monitorato la situazione in tempo reale fino a quando non ha chiuso il tavolo operativo, questo dopo che i rischi per l’Italia erano esauriti del tutto e quindi non vi era più alcuna possibilità che la caduta di frammenti potesse interessare una o più zone della penisola.

Di seguito il comunicato stampa pubblicato sul sito della Protezione Civile.

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