Gigi Buffon torna sull’epilogo di Juve-Real: “I miei pensieri avevano una logica, non si può chiedere a un uomo di non avere passione“.
Sono passati tre giorni da Real-Juve, ma Buffon non ha ancora digerito il triste epilogo della gara che lo ha eliminato, forse definitivamente, dalla Champions League. Intervistato dalle Iene, il portierone è tornato sull’episodio e sul suo sfogo, senza mostrare alcun pentimento.
Queste le sue parole, riportate dalla Gazzetta dello Sport: “Io non devo rimediare, perché io sono un essere umano che mette passione, sentimenti, arrabbiature. Trovo modi di parlare, giusti o sbagliati che siano, alcune volte eccessivi, ma sono questo, sono Gigi Buffon. L’altra sera la partita era finita da un’ora e mezza, di conseguenza quello che uno esterna sono sentimenti, pensieri forti, per certi aspetti ineducati, ma sono i sentimenti di un uomo che non si trincera dietro a un velo di ipocrisia e butta fuori quello che le viscere gli dicono e punto, chiuso“.
Real-Juve, Buffon: “L’arbitro non doveva fischiare“
Il numero uno della Juventus ha proseguito: “Lì per lì tu non puoi chiedere a uno che vive lo sport con una pienezza come lo vivo io di accettare, essere equilibrato, perché alla fine, seppur esternando in maniera eccessiva determinati pensieri, questi erano pensieri che avevano una logica, che ridirei, magari con un altro tipo di linguaggio, più civile diciamo. Però rimane che il contenuto di ciò che ho detto lo riconfermo in pieno“.
Il mancato pentimento di Buffon
“Quindi, alla fine, non porto rancore, neanche sono arrabbiato“, ha concluso Buffon, “però è normale che lì per lì uno si senta, non dico penalizzato, ma proprio defraudato. Ma non di un risultato. Quella è stata una partita irripetibile. Avremmo potuto scrivere una pagina di calcio memorabile per la Juve, per l’Italia. Prima di essere juventino, io sono italiano: avevo veramente a cuore il movimento del nostro calcio. Questa, per come era nata e per come si stava evolvendo, era la partita più bella ed emozionante che avessi vissuto con la Juventus. Il rigore? Non è una situazione in cui si può avere certezza. Non dico che non fosse rigore, ma che era quantomeno dubbio. E un rigore dubbio in una partita simile, a venti secondi dalla fine, un arbitro di esperienza non lo dà. Quello che ho fatto era dovuto per difendere i miei compagni e i 5000 venuti a sostenerci, a costo di macchiare la mia immagine“.
Nel video alcuni dei dibattiti sollevati dal rigore: