Recovery Fund, telefonata tra Conte e von der Leyen. Ue: “Fondi solo con riforme”

Recovery Fund, telefonata tra Conte e von der Leyen. Ue: “Fondi solo con riforme”

Telefonata tra il premier Conte e la presidente von der Leyen sul Recovery Fund.

ROMA – Telefonata tra Conte e von der Leyen sul Recovery Fund. Il premier nel pomeriggio di giovedì 28 maggio 2020 ha sentito la presidente della Commissione Europea per discutere della riforma e un Quadro Finanziario Pluriennale.

Ue: “Senza risultati rate sospese”

In conferenza stampa il commissario Paolo Gentiloni ha precisato che il Recovery Fund “non ha a che fare con condizionalità e intrusione di Bruxelles, è volontario, gli Stati membri si assumono la responsabilità della propria crescita ma certamente il sostegno delle sovvenzioni è legato all’attuazione con successo delle politiche. Gli Stati dovranno presentare il piano nazionale di investimenti ad aprile ma possono anche presentarlo ad ottobre con la bozza del programma di stabilità per poter valutare il tutto rapidamente, noi incoraggiamo i governo a procedere così“.

Paolo Gentiloni

Presente anche Dombrovskis che ha spiegato come “i fondi arriveranno agli Stati membri in tranche legate agli obiettivi di riforme. Se i Paesi non rispettano le priorità stabilite dall’Unione Europea e non implementano gli obiettivi, perdono i soldi di una rata. La nostra intenzione non è di farne un esercizio burocratico pesante“.

La tempistica

I fondi andranno distribuiti il più velocemente possibile. Secondo quanto scritto dal Corriere della Sera, per la Commissione almeno il 60% della sovvenzione dovrebbe essere impegnato legalmente entro la fine del 2022, mentre il resto entro la fine del 2024.

Nella conferenza stampa Gentiloni ha precisato che “non è uno strumento di salvataggio, per salvare un Paese o l’altro, ma, su base volontaria, uno strumento a disposizione di tutti gli Stati membri dell’Ue, non solo di quelli dell’Eurozona. Quindi non ci sono le condizionalità annesse che ricordano il salvataggio greco, non si tratta di intrusioni da parte dell’Ue. Non è un programma di aggiustamento con un nome diverso, ma è un altro strumento“.

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