Reddito di cittadinanza: eliminata offerta “congrua”

Reddito di cittadinanza: eliminata offerta “congrua”

Gli emendamenti alla manovra hanno apportato nuove modifiche al reddito di cittadinanza. Eliminata la parola “congrua” relativa all’offerta di lavoro.

L’offerta di lavoro per i beneficiari del reddito di cittadinanza non dovrà essere più esclusivamente “congrua” per perdere il sussidio se rifiutata. Un emendamento di Lupi, leader di Noi moderati apporvato in commissione Bilancio alla Camera sopprime dal testo della norma la parola “congrua”. La norma prevedeva che il beneficiario dovesse perdere il sussidio in caso di rifiuto di una prima offerta di lavoro congrua.

Si considera congrua un’offerta che tiene conto delle competenze ed esperienze del soggetto ma anche della distanza del luogo di lavoro dal domicilio e dei tempi di trasferimento, ovvero entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con i mezzi pubblici. Eliminando così questa parola dal testo, i beneficiari del reddito perderanno il sussidio in caso di rifiuto di qualsiasi offerta di lavoro.

Reddito di Cittadinanza

Come cambia il sussidio

Nel 2023 i percettori di reddito di cittadinanza considerati occupabili avranno il sussidio soltanto per 7 mensilità invece che 8 e eliminato del tutto nel 2024 in attesa di una nuova forma di sostegno alle fasce più deboli e inoccupabili. I giovani tra i 18 e i 29 anni inoltre sono tenuti a frequentare un corso di formazione o riqualificazione professionale per sei mesi pena la perdita del reddito.

In questa manovra troverà spazio anche il bonus psicologo e il suo rifinanziamento. Questo potrebbe essere uno degli emendamenti del Pd che avrà il parere favorevole da parte del governo. I dem hanno presentato una riformulazione che è in attesa di essere accettata dal governo. Per quanto riguarda il bonus cultura invece vede apportate delle modifiche come anticipato dal governo in base al reddito. Al posto di 18 app arrivano la carta cultura per redditi inferiori ai 35mila euro e la carta del merito per i 18enni diplomati con il massimo dei voti.

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