L’Antimafia siciliana conferma il depistaggio sulla stage di via D’Amelio: “Reticenza in magistratura”. La figlia: “Mio padre è stato lasciato solo”.
PALERMO – L’Antimafia siciliana conferma il depistaggio nella strage di via D’Amelio. La certezza arriva dalla relazione depositata dal procuratore Claudio Fava: “È certo – si legge nella nota riportata di Sky TG24 – il contributo di reticenza che offrirono a garanzia del depistaggio non pochi soggetti tra i ranghi della magistratura, delle forze di polizia e delle istituzioni nelle loro funzioni apicali“. Insomma tutto confermato dopo le indagini dei mesi scorsi che parlavano di qualche piccolo passaggio a vuoto sulla morte del giudice di Paolo Borsellino.
Strage di via D’Amelio, l’Antimafia: “Resta un vuoto di verità”
Nella relazione si legge come “resta un vuoto di verità su chi ebbe la regia complessiva della strage e del suo depistaggio successivo e soprattutto quale sia stato il labilissimo confine fra colpa e dolo, svogliatezza e intenzione, distrazione e complicità. Se le domande che abbiamo rivolto a chi era in condizione o avere il dovere di rispondere, fossero state formulate anche in passato non avremmo dovuto attendere 26 anni per avere contentezza e certezza di questo depistaggio“.
Tanta rabbia a casa Borsellino. A margine della conferenza stampa la figlia Fiammetta attacca un po’ tutti: “Mio padre – dichiara – è stato lasciato solo sia da vivo che da morto. Nel depistaggio c’è stata una responsabilità collettiva che hanno avuto un comportamento contro legge e che a oggi non sono mai stati perseguiti sul piano disciplinare e giudiziario. C’è chi ha lavorato nel periodo di depistaggio e dimostrato di non aver capito nulla di mio padre“.