La decisione di Renault di abbandonare la Formula 1 dopo il 2025 ha scatenato una dura protesta da parte dei dipendenti Alpine.
L’annuncio che Renault lascerà la Formula 1 alla fine della stagione 2025 ha causato grande agitazione tra i dipendenti della scuderia Alpine. La decisione di trasformare il team in una squadra cliente, quasi certamente con motori Mercedes, ha sollevato preoccupazioni per il futuro dello stabilimento di Viry-Châtillon, storicamente legato alla produzione delle power unit per la F1. I dipendenti, in una lettera inviata alla dirigenza Renault, hanno espresso il loro disappunto, definendo la scelta aziendale come “deplorevole”.
La situazione in casa Alpine
Lo stabilimento di Viry-Châtillon è stato il cuore pulsante della produzione di motori per la F1 per molti anni. La decisione di fermare la produzione dei propulsori a partire dal 2026. In favore di un progetto più ampio legato all’Hypertech Alpine, lascia i lavoratori in uno stato di incertezza.
Nonostante Renault abbia garantito posizioni alternative all’interno di questo nuovo progetto, i dipendenti ritengono che la chiusura delle attività legate alla F1 possa portare a una significativa perdita di competenze e posti di lavoro. La lettera inviata dai rappresentanti dei lavoratori non nasconde la rabbia: “Il sito passerà da 500 a 334 posti di lavoro il 1° gennaio, con la fine dei contratti di molti fornitori di servizi”, si legge nella missiva.
L’appello dei dipendenti e le proposte ignorate
I dipendenti di Alpine Racing hanno anche sottolineato come le proposte alternative presentate alla dirigenza siano state ignorate. In particolare, veniva suggerita una partnership che avrebbe permesso di mantenere la produzione di motori. Ridurre i costi e preservare le competenze già esistenti all’interno dell’azienda. Tra queste, lo sviluppo del promettente motore RE26, che avrebbe potuto competere ad alti livelli. Tuttavia, Renault ha deciso di non perseguire questa strada, lasciando l’impianto di Viry in una situazione critica.
La lettera si conclude con un appello alle autorità pubbliche per difendere i posti di lavoro e la stabilità occupazionale dello storico stabilimento: “Chiediamo alle autorità pubbliche di difendere la sostenibilità dell’occupazione sul sito di Viry-Châtillon”. La speranza è che si trovi una soluzione che possa garantire un futuro migliore ai lavoratori, che oggi vedono il loro destino legato a un filo.