Fase 2, Matteo Renzi: “Ripartire in sicurezza, ma ripartire. E sono terrorizzato che ci sia una decimazione delle donne che lavorano”.
Intervenuto ai microfoni de il Corriere della Sera, il leader di Italia Viva Matteo Renzi è tornato a parlare della Fase 2 rinnovando il suo appello al premier Conte: se dovesse scegliere la strada del populismo dovrebbe andare avanti senza IV.
Fase 2, Renzi: “Se il premier sceglie il populismo farà a meno di noi”
Nella prima parte della sua intervista al Corriere della Sera Renzi è tornato sul suo intervento al Senato in occasione dell’informativa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“Era un appello. Ho chiesto a Conte di decidere. Tocca a lui, non a noi. Durante la fase 1, quella della paura, il premier ha rassicurato gli italiani. Ora siamo fuori dall’emergenza. Le terapie intensive sono a quota 1.500 su diecimila posti disponibili. Dobbiamo allora ripartire perché ogni giorno di ritardo provoca licenziamenti e fallimenti. Ripartire in sicurezza, ma ripartire. E sono terrorizzato che ci sia una decimazione delle donne che lavorano: i figli a casa sono un problema per la società, non solo delle mamme. Qualcuno dovrà pur dirlo. Il mio appello a Conte è semplice: decidi. Se il premier sceglie il populismo, farà a meno di noi. Se sceglie la politica seria, ci saremo. Tocca a lui, non a noi decidere”.
Renzi ha poi specificato quella che a suo avviso è la discriminante per distinguere tra populismo e politica.
“Se dici che ci sono 400 miliardi di liquidità per le imprese, poi ci devono essere davvero. Altrimenti aumenta il numero dei like su Facebook ma crolla il numero degli occupati. Sblocchiamo i cantieri fermi, che cubano oltre cento miliardi: questa è la priorità, non i Dpcm che danno ai poliziotti la verifica sui fidanzamenti. Non possiamo diventare uno stato etico dove le Faq sul sito di Palazzo Chgi spiegano chi puoi incontrare e chi no e diventano fonte normativa: è una questione sostanziale di democrazia. Vogliamo sbloccare i cantieri, non controllare le autocertificazioni. Offriamo serietà. Ma vogliamo serietà. Altrimenti ci sostituiscano: per Italia Viva i principi valgono più delle poltrone”.
“La crisi c’è già ma è economica”
Di fronte alla domanda su una possibile crisi di governo innescata da Italia Viva, Renzi ha risposto parlando di un’altra crisi già in atto, quella economica.
“La crisi c’è già, ma è economica, non politica. Ci sono due Italie. Chi ha un posto di lavoro sicuro, soffre gli effetti della quarantena, è preoccupato, vive con dolore. Ma va avanti perché alla fine del mese ha uno stipendio garantito. Poi ci sono milioni di italiani, commercianti, piccoli imprenditori, operai, partite iva, professionisti che sono disperati perché sommano ai timori del virus l’angoscia dello stipendio. Iv chiede a Conte di occuparsi di loro, non di noi”.
Caos Dpcm, Renzi: “Non non è pensabile che i pieni poteri li possiamo dare a qualcun altro solo magari perché usa modi più garbati”
Nella parte conclusiva della sua intervista al CorSera Renzi è intervenuto sulla questione Dpcm e sulla presunta incostituzionalità dei provvedimenti.
“Questo governo è nato come risposta a Salvini che voleva i pieni poteri. Per non darglieli abbiamo accettato persino di fare l’accordo con i Cinque Stelle. Ma non è pensabile che i pieni poteri li possiamo dare a qualcun altro solo magari perché usa modi più garbati. La Costituzione non è questione di buona educazione e sulle libertà personali non si creano precedenti pericolosi: io la penso come il professor Cassese e mi stupisco del silenzio di tanti costituzionalisti. In Senato ho detto in faccia al premier che non siamo più al tempo delle costituzioni ottocentesche, con le libertà concesse dal sovrano. Basta con i Dpcm incomprensibili”.