Il report accusatorio di sei candidati alle politiche “agenti del Cremlino”

Il report accusatorio di sei candidati alle politiche “agenti del Cremlino”

“Spese di viaggio pagate” e “regali costosi o prebende” in cambio di dichiarazioni ai media sulla democraticità e correttezza elezioni.

“Considerate illegittime o illegali dalla comunità internazionale”. Questo sarebbe uno dei criteri con cui la Ong berlinese European Platform for Democratic Elections (Epde) ha identificato circa 500 cittadini di 60 diverse nazionalità come “osservatori politicamente parziali” in giovani tornate elettorali relative i Paesi europei e non solo.

I dati Epde

Stando all’Epde, che raduna 16 organizzazioni di monitoraggio elettorale indipendenti e risulta finanziata da governo tedesco e Ue, “i falsi osservatori” avrebbero aiutato a coprire gli imbrogli e le irregolarità in Russia per le presidenziali del 2018 e le politiche del 2021, oltre che in Azerbaijan riguardo le politiche del 2020. Ma non è tutto.

documenti faldoni

Rispetto al referendum sull’annessione della Crimea alla Russia nel 2014 e le “presidenziali” delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk nel 2018 “Abbiamo implorato i parlamenti d’Europa di prevenire il ripetersi di false osservazioni durante i prossimi cosiddetti ‘referendum’ nei territori occupati in Ucraina”, ha detto l’Ong.

Chi è incluso nella lista nera? Si tratta per la maggior parte di politici in auge. Gli italiani sarebbero 40, al secondo posto dopo i francesi e pari merito con i tedeschi. Almeno sei di questi italiani sarebbero candidati alle elezioni del 25 settembre, stando al database Epde. “Si sono comportati come agenti di disinformazione del Cremlino”, dice l’organizzazione.

“Non abbiamo prove che abbiano ricevuto soldi, regali o rimborsi spese”, dice in un’intervista telefonica a Fanpage.it Stefanie Schiffer, presidentessa di Epde. “Ma non è necessario: sulla base della nostra metodologia possiamo affermare che hanno partecipato a un’osservazione politicamente distorta, una forma di disinformazione elettorale particolarmente utilizzata dal regime russo”.