AstraZeneca, “la sicurezza negli under 60 rimane un tema aperto”. Non escluse trombosi con seconda dose

AstraZeneca, “la sicurezza negli under 60 rimane un tema aperto”. Non escluse trombosi con seconda dose

Il nuovo report dell’Aifa su AstraZeneca: “La sicurezza sotto i 60 anni rimane un tema aperto. Ci sono margini di incertezza”.

ROMA – E’ stato pubblicato il nuovo report dell’Aifa su AstraZeneca. Nel documento, pubblicato sul sito dell’Aifa, è stato precisato che “la sicurezza della somministrazione nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto e sul quale ci sono margini di incertezza“. Inoltre è precisato che “il completamento della schedula vaccinale rappresenti la strategia di contrasto alla diffusione del virus Sars-CoV-2 che garantisce il miglior livello di protezione“.

Eventi avversi

Nel documento è precisato che “a fronte di un rischio di eventi avversi gravi, come un’emorragia maggiore, ben quantificabile e rilevante, e di un beneficio non dimostrato in termini di riduzione del rischio tromboembolico, comunque assai basso, la prescrizione a scopo preventivo di farmaci antitrombotici nei soggetti sottoposti a vaccinazione è fortemente sconsigliata […]

Va sottolineato che non ci sono evidenze scientifiche a supporto dell’ipotesi che l’acido ecetilsalicilico o le eparine a basso peso molecolare sono efficaci nel ridurre il rischio di questi eventi rari trombotici nei soggetti sottoposti alla vaccinazione con AstraZeneca […]“.

Vaccino Covid AstraZeneca

La trombosi

Nel report è anche sottolineato che “le più comuni condizioni trombofiliche presenti nella popolazione non possono essere il determinante dei casi di eventi trombotici atipici e pertanto la loro ricerca sistematica prima della vaccinazione non è in alcun modo raccomandabile“.

Al momento – è precisato ancora – la mancata definizione di un meccanismo fisiopatologico unitario alla base dei rari casi di trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancico associata ad AstraZeneca rende impossibile trovare dei fattori di rischio nella popolazione generale“. Un documento che serve “a fornire ai medici non specializzati e al personale sanitario le informazioni attualmente disponibili per identificare precocemente e gestire nel modo più appropriato questo evento avverso rarissimo”. E presto ci potrebbe essere un nuovo aggiornamento.