Il report della Cgia di Mestre sui ministeri, ecco tutti i numeri
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Direttore: Alessandro Plateroti

Il report della Cgia di Mestre: “Dieci ministeri in ritardo con i pagamenti nel 2020”

Palazzo Chigi

Il report della Cgia di Mestre sui ministeri: “Dieci dicasteri sono in ritardo con i pagamenti nel 2020”.

MESTRE (VENEZIA) – E’ stato pubblicato il report della Cgia di Mestre sui ministeri. Secondo l’associazione, riportata dall’Ansa, sono dieci (su 12) i dicasteri che non hanno completato i pagamenti nel 2020 previsti dalla Direttiva europea.

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Un documento che conferma un trend negativo per quanto riguarda la pubblica amministrazione, con l’Italia sempre più ultima in Europa in questa speciale classifica.

Il report della Cgia di Mestre

A guidare questa speciale classifica è il Viminale con un ritardo medio di 62 giorni. Seguono il Ministero della Difesa (36 giorni), il Mise (28) e il Mit (27). Al momento, gli unici dicasteri che hanno rispettato le scadenze cono il Miur e la Farnesina. Ritardi che rischiano di mettere ancora più in difficoltà le casse dello Stato. La commessa della pubblica amministrazione ammonta a circa 140miliardi di euro.

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Il commento della Cgia di Mestre

Il report è stato commentato anche dalla Cgia di Mestre: “L’aspetto più paradossale di questa vicenda è che non si conosce con precisione a quanto ammonta il debito commerciale della pubblica amministrazione […]. Sebbene la piattaforma è iniziata a funzionare a tutti gli effetti nel 2017, il Mef non conosce ancora a quanto ammonta complessivamente il debito commerciale in capo a tutte le amministrazioni pubbliche con i propri fornitori. Questo avviene molto probabilmente perché una buona parte dei committenti pubblici, in particolar modo gli enti periferici, continuano a effettuare i pagamenti senza transitare per la piattaforma e con scadenze ben superiori a quelle fissate dalla legge. Secondo i dati Eurostat di ottobre, negli ultimi 4 anni i debiti commerciali nel nostro Paese di sola parte corrente sono in costante aumento. Secondo le stime redatte a livello europeo, nel 2019 lo stock avrebbe toccato i 47,4 miliardi di euro“. E per questo serve un cambio di passo con il nuovo esecutivo.

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ultimo aggiornamento: 13 Febbraio 2021 18:39

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