Pubblicato il nuovo report del Centro Studi di Confindustria: “Il caro-prezzi frena le famiglie e le imprese”.
ROMA – E’ stato pubblicato il nuovo report del Centro Studi di Confindustria. Nel documento, riportato da Rai News, è precisato come “il Pil nel 2021 potrebbe avere una crescita superiore al 6% e questo potrebbe portare ai livelli pre-Covid nel primo trimestre del prossimo anno. Un risultato non sicuramente scontato visto quanto successo in passato […]“.
A preoccupare gli industriali in questo ultimo periodo dell’anno è “la scarsità di materie prime e semilavorati e la risalita dei contagi che si sta registrando nel nostro Paese continua a far durare l’incertezza“.
Famiglie e imprese preoccupate dal caro-prezzi
Se da una parte il Pil dà buone notizie, a preoccupare è anche il caro-prezzi. Come riferito da Confindustria, l’aumento di petrolio e gas penalizzano gli italiani. Secondo quanto scritto in questo report, l’inflazione per l’elettricità dovrebbe arrivare a un +4,5% mentre quella per i carburanti al 3,8%. Per questo motivo l’energia nel paniere dei consumi arriva intorno all’8%.
“Per valutare l’impatto – si legge nel documento – bisogna considerare l’elevata dipendenza dell’Italia alle fonti fossili. Il nostro Paese importa l’89% del petrolio, il 94% del gas e il 100% dei fossili“.
Frena l’export
In Italia, inoltre, è stato registrata una frenata dell’export italiano di beni. Sempre nel report è precisato come “il rimbalzo nel quarto trimestre è fortemente condizionato dai consumi privati mentre la fiducia negli ultimi due mesi è diminuita di poco“.
Per quanto riguarda il capitolo lavoro, invece, bisogna precisare come gli occupati sono in salita come i servizi e gli investimenti. Si tratta di numeri comunque importanti che confermano una ripartenza del nostro nostro Paese, ma per il futuro le incertezze sono diverse iniziando dalla variante sudafricana che rischia di frenare la crescita.