Mari e laghi, l’ultimo report di Legambiente

Mari e laghi, l’ultimo report di Legambiente

L’ultimo report di Legambiente su mari e laghi: 1 punto ogni 3 è risultato oltre i limiti della legge.

ROMA – E’ stato pubblicato l’ultimo report di Legambiente su mari e laghi dopo le due campagne itineranti effettuate nel nostro Paese. Come riportato dall’Ansa, un punto ogni 3 è risultato oltre i limiti della legge. Le criticità maggiori sono state riscontrate principalmente a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali, inquinati dagli scarichi fognari non depurati.

I parametri indagati

I parametri indagati sono quelli microbiologici e quindi la presenza di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli. Sui 263 campioni prelevati lungo le coste marine, 22 sono stati giudicati inquinati, mentre ben 70 sono stati dichiarate fortemente inquinati. In generale, circa il 35% del totale è risultato oltre i limiti della legge.

Per quanto riguarda i laghi, invece, sono 34 i bacini analizzati da Legambiente in 11 regioni italiani. I campioni analizzati hanno portato al 33% oltre i limiti della legge. Numeri che sembrano confermare una situazione in Italia ancora molto complicata e per questo motivo serve un cambio di passo sul clima. I prossimi anni potrebbero essere fondamentali per capire meglio se il percorso di rendere meno inquinato il mare è iniziato oppure serve cambiare ancora passo su un tema che da molto tempo è sul tavolo dell’Europa.

Spiaggia

Legambiente: “Destinare più investimenti per efficientare la depurazione”

Nel report Legambiente ha precisato “l’urgenza di destinare più investimenti per efficientare la depurazione e completare la rete fognaria, a partire dall’utilizzo delle risorse europee del PNRR. Ancora oggi il 40% dei reflui fognari delle nostre città non è adeguatamente depurato. L’Unione Europea ha più volte ammonito l’Italia, avviando ben quattro procedure d’infrazione per il mancato adeguamento alla direttiva europea sui reflui. Sino ad ora le multe sono costate 77 milioni di euro. L’80% del carico complessivo degli agglomerati di stato di infrazione proviene da 5 regioni: Sicilia in primis, poi Lombardia, Campania, Calabria e Lazio“.