I verbali della Task force: a inizio febbraio 2020 niente virus in Italia

I verbali della Task force: a inizio febbraio 2020 niente virus in Italia

I resoconti della task force coronavirus tra il 22 gennaio e il 21 febbraio. Il ministro Speranza: “Rafforzare le misure”

ROMA – I resoconti della task force sul coronavirus tra il 22 gennaio e il 21 febbraio 2020 confermato quanto detto in un primo momento anche dal ministro Speranza e il premier Conte in Italia: il Covid-19 non era presente nel nostro Paese nei primi giorni dell’anno.

Nonostante questo nella riunione del 6 febbraio l’Istituto Superiore di Sanità ha chiesto di “predisporre un piano per implementare i posti di terapia intensiva nell’eventualità che ci fosse un’epidemia nel nostro Paese“. Piano che, almeno nei primi giorni, non c’è stato stato.

Speranza: “Misure più rigide”

Rigorista fin dall’inizio, invece, il ministro Speranza. Secondo quanto riportato dall’Ansa, in due riunioni il titolare del Dicastero della Salute aveva chiesto di “mettere in campo misure più rigorose” già prima dell’esplosione dell’epidemia. “Leggendo i dati in evoluzione – il pensiero del ministro – potremmo anche disporre altre misure anche più drastiche, ma è opportuno valutare ora dopo ora“.

Una discussione che, almeno secondo le decisioni successive, è andata avanti per diversi giorni fino al lockdown del mese di marzo.

Roberto Speranza

Task force: “Aggiornare il piano pandemico”

Nei verbali della task force è stato chiesto al Governo di aggiornare il piano pandemico. La prima richiesta è stata avanzata il 15 febbraio. “Il dottor Maraglino evidenzia la necessità di procedere ad un aggiornamento del Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale, risalente al 2009“. Argomento affrontato anche il giorno successivo: “Si informa che il tavolo di lavoro per l’aggiornamento del Piano pandemico si riunirà il 18 febbraio. Si lavorerà in sottogruppi per accelerare verbali“.

Tutti verbali che presto potrebbero finire sul tavolo della Procura di Bergamo nell’indagine riguardante la gestione della pandemia. E non si escludono delle decisioni molto dure nei confronti di alcune persone che hanno affrontato la pandemia in prima linea.

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