Restituiti reperti rubati a Pompei perché “portano sfortuna”

Restituiti reperti rubati a Pompei perché “portano sfortuna”

Sono stati restituiti alcuni reperti rubati a Pompei: “Portano sfortuna. Riprendeteveli”.

ROMA – Restituiti alcuni reperti rubati a Pompei. La particolare vicenda è stata raccontata da La Repubblica, con il titolare di un’agenzia di viaggio che se li è ritrovati sulla scrivania con una lettera.

Missiva anonima scritta dagli autori di questo furto, avvenuto nel 2005. Dopo questo gesto, la loro vita è stata piena di eventi negativi e i due ragazzi hanno deciso di riconsegnarli: “Portano sfortuna, riprendeteveli“.

La prima lettera

Due lettere arrivate al titolare dell’agenzia di viaggi di Pompei. “Ho 36 anni – si legge in una delle missive – e ho avuto il cancro al seno due volte […]. Io e la mia famiglia abbiamo anche avuto problemi finanziari. Siamo brave persone e non voglio passare questa maledizione alla mia famiglia o ai miei bambini. Per questo perdonatemi per il gesto fatto anni fa, ho imparato la lesione. Sto chiedendo il perdono degli Dei. Voglio solo scrollarmi di dosso la maledizione ricaduta su di me. Per favore accettate questi reperti così da fare la cosa giusta per l’errore che ho fatto. Mi dispiace tanto, un giorno tornerò nel vostro bellissimo Paese per scusarmi di persona“.

Carabinieri macchina

La seconda missiva

Sul tavolo del titolare c’era anche una seconda lettera, sempre arrivata dal Canada: “Vi restituisco queste pietre che io e mia moglie abbiamo preso mentre visitavamo Pompei e il Monte Vesuvio nel 2005. Le abbiamo prese senza pesare al dolore e alla sofferenza che queste povere anime hanno provato durante l’eruzione del Vesuvio e la morte terribile che hanno avuto. Siamo dispiaciuti e per piacere perdonateci per aver fatto questa terribile scelta. Possano le loro anime riposare in pace“.

I reperti sono stati consegnati ai carabinieri che stanno effettuando tutti gli accertamenti del caso. Si è trattato di una vicenda molto particolare, con gli autori del furto che hanno restituito il bottino perché “portava sfortuna”.