L’iraniano Abedini è stato rilasciato dopo la richiesta di revoca degli arresti presentata da Nordio. Le autorità di Teheran confermano.
L’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi è stato rilasciato dopo essere stato arrestato a Malpensa il 16 dicembre 2024 su mandato internazionale. Accusato dagli Stati Uniti di aver avuto un ruolo nell’attentato alla base americana Tower 22 in Giordania. Avvenuto il 28 gennaio 2024, Abedini ha sempre negato ogni coinvolgimento.
La revoca dell’arresto e il rientro di Abedini in Iran
Il ministro della Giustizia italiano, Carlo Nordio, ha depositato presso la Corte d’Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti. Secondo l’articolo 2 del trattato di estradizione tra Italia e Stati Uniti, «possono dare luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti». Tale condizione non è risultata applicabile, portando alla decisione di scarcerare Abedini.
Le autorità iraniane, tramite Mizan Online, organo della magistratura, hanno annunciato che «grazie al monitoraggio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran e ai negoziati tra i servizi di intelligence della Repubblica Islamica dell’Iran e i servizi di intelligence italiani, il problema è stato risolto e ha portato al suo rilascio e al suo ritorno». Abedini tornerà in Iran nelle prossime ore.
Le dichiarazioni del legale e il caso giuridico
La difesa di Abedini, ha accolto con favore la decisione: «La decisione presa dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ci ha felicemente sorpresi. Da giurista e da avvocato, sono molto contento delle motivazioni addotte a sostegno della richiesta di revoca delle custodia cautelare, poiché si sposa con quanto sostenuto sin dall’inizio in merito all’assenza dei presupposti per l’estradizione ma soprattutto per l’attenzione data al valore fondamentale della libertà personale alla luce dei principi costituzionali».
Gli Stati Uniti avevano descritto Abedini come un individuo pericoloso, accusandolo di «associazione a delinquere per aver violato l’IEEPA», la legge federale che regola le emergenze economiche internazionali, e di «fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte». Secondo Washington, avrebbe esportato tecnologie americane per droni militari utilizzati dai pasdaran iraniani.
Il ministero della Giustizia italiano ha chiarito che «nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari».
La difesa ha concluso: «Ora il mio cliente è persona libera e potrà riprendere a sorridere e sperare. Mi ha sempre ripetuto che lui credeva e aveva fiducia nella giustizia. Oggi questa sua fiducia, questa nostra fiducia ha trovato un riscontro effettivo».
Abedini, rilasciato grazie alla revoca voluta da Nordio, tornerà in Iran. Chiudendo un caso che ha sollevato riflessioni sul rapporto tra giustizia, politica e diritti umani.