Svolta Serie A, via libera ai fondi. Dal Pino in pressing sulla riapertura degli stadi

Svolta Serie A, via libera ai fondi. Dal Pino in pressing sulla riapertura degli stadi

Lega e Figc in pressing sul Governo per la riapertura degli stadi. Dal Pino: “I presidenti spingono per riaccogliere il pubblico”.

ROMA – Lega e Figc in pressing sul Governo per la riapertura degli stadi. Nell’incontro a Palazzo Chigi con il premier Conte il presidente Gravina ha ribadito il bisogno di riaccogliere i tifosi: “Ci aggiorneremo a brevissimo – le parole del numero uno della Figc riportato da tuttomercatoweb.com mi è sembrata di vedere una grande partecipazione e abbiamo avuto dal presidente garanzie. Ora la scuola ha la priorità e subito dopo la riapertura degli impianti. Sui tamponi aspettiamo il Cts, noi chiediamo una riduzione visto che non si gioca ogni tre giorni“.

Dal Pino: “Riaprire gli stadi”

Da parte della Lega l’invito al Governo a riaprire gli stadi nel più breve tempo possibile: “Assurdo – ha detto Dal Pino dopo la riunione con tutti i presidenti – che per le amichevoli possono entrare mille persone e per i match ufficiali nessuna. La salute resta al primo posto, ma con prudenza bisogna fare le cose giuste […]. I presidenti ci hanno chiesto di affrontare la questione nelle sedi opportune in totale sicurezza. Non si può dire che allo stadio non può entrare nessuno“.

Serie A

Media Company

L’Assemblea di Lega ha dato il via libera ad una costituzione con un partner di private equity. “E’ una sfida colossale, la tecnologia ha cambiato tutto – ha detto Dal Pino – la fruizione di contenuti è mutata anche solo rispetto ad un anno fa, il marketing ha subito una vera rivoluzione […]. I presidenti hanno dimostrato unione verso lo stesso cammino, sono responsabili e così trovare il consenso unanime è stato semplice. Visto lo stato attuale delle cose è difficile pensare che qualcuno remi contro“.

Una riunione che ha dato sensazioni positive al numero uno della Serie A: “Non ci sono ostacoli insormontabili. L’unica soluzione sarebbe quella di mantenere la media company anche senza soldi“.