Riccardo Cocciante racconta il “prezzo pagato” per la sua scelta di non partecipare alla Festa de l’Unità negli anni ’70.
Riccardo Cocciante non è il primo artista a raccontare le difficoltà di chi, negli anni ’70 e non solo, sceglieva di non allinearsi politicamente. Anche altri grandi nomi della musica italiana hanno parlato delle “pressioni” subite. In un’intervista al Corriere della Sera, riportata da Libero Quotidiano, ha svelato alcuni retroscena.

La critica di Riccardo Cocciante al mondo dello spettacolo
Oltre alla politica, come riportato Libero Quotidiano, Riccardo Cocciante ha parlato anche del mondo dello spettacolo, criticandone alcuni meccanismi, soprattutto in televisione. “Non mi piace ripetere le esperienze. Per questo motivo non sono tornato a The Voice. Le partecipazioni televisive ti fanno entrare in una macchina che ti usa e ti macella. Diventa più importante quello che si fa e non quello che si è. L’apparire oggi sembra più forte della produzione musicale…“.
Cosa è successo per l’assenza alla Festa de l’Unità
Parlando degli anni ’70, Riccardo Cocciante ha rivelato di aver vissuto un certo isolamento per non aver voluto partecipare alla Festa de l’Unità, evento simbolo della sinistra italiana. “Non fu piacevole. Se non andavi alla Festa de l’Unità venivi escluso. Loro non mi volevano e io non ci volevo andare. Ho dovuto usare altre vie, non volevo entrare in quel giro, che era un giro d’affari“, ha dichiarato.
L’artista ha poi sottolineato di aver rifiutato qualsiasi forma di etichettatura politica, prendendo le distanze non solo dal Partito Comunista Italiano, ma anche dalla Democrazia Cristiana. “La Dc? Nemmeno con loro. Ho rifiutato offerte interessanti ma non ho mai voluto dare un colore a quello che facevo…“.
Infine, ha raccontato un aneddoto sulla nascita della sua celebre canzone Margherita, svelando un dettaglio curioso: “Marco Luberti, che ha scritto con me la canzone, mi disse di essersi sognato il testo: non so se dietro a quel sogno ci fosse o meno una donna vera. Ricordo però che all’inizio non mi piacque il nome. All’epoca c’era una pubblicità di una lavatrice o qualcosa di simile con quel nome“.