Ricetta elettronica, la nuova proroga fino a dicembre 2024

Ricetta elettronica, la nuova proroga fino a dicembre 2024

Con il decreto Milleproroghe il governo ha prorogato ulteriormente la ricetta elettronica fino al 31 dicembre 2024.

In seguito alle numerose richieste dell’associazione, il Governo Meloni ha deciso – attraverso il decreto Milleproroghe – di prorogare il provvedimento sulla ricetta elettronica. La misura introdotta nel marzo 2020 avrà una scadenza posticipata al 31 dicembre 2024. Tante le misure decise, modificate, riprese e revisionate c’è quindi anche quella che riguarda le ricette elettroniche, tanto attesa sia dai cittadini che dai medici di base. Dopo una prima proroga sancita per dicembre 2023, ora arriva una nuova proroga fino al 2024.

L’intervento dell’esperto

Sulla proroga è intervenuto all’Adnkronos Salute Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). “È una buona notizia, ma è chiaro che questo tempo deve essere utilizzato per definire una soluzione strutturale”, dice.

E continua: “Al cittadino dovrebbe bastare la sola tessera sanitaria per ritirare i medicinali prescritti dal suo medico in farmacia o fare un esame. Come succede, per esempio, già in Veneto e in Piemonte”. Si tratta di “una scelta sostenibile anche sul piano ambientale, che permette di eliminare carta e toner, in un’ottica davvero ‘One Health”.

La spiegazione prosegue specificando che la semplificazione “si può fare nel momento in cui il cittadino può attivare il fascicolo sanitario. Una volta attivato, infatti, tutte le attività sanitarie relative al singolo assistito entrano in un database, comprese le ricette dei medici di famiglia, sia per quanto riguarda la diagnostica, sia per la farmaceutica. Basterà presentare la propria al tessera al farmacista o al centro diagnostico. È questo l’obiettivo che dobbiamo raggiungere, utilizzando al meglio il tempo che la proroga offre”.

Secondo Scotti, una soluzione perfetta “è la tessera sanitaria, senza far circolare più stampe, nemmeno quelle che oggi deve fare il farmacista per gli adempimenti burocratici. E sarebbe anche una risposta importante per la transizione ecologica, perché significa meno costi, meno carta, meno alberi abbattuti, meno toner, meno inquinamento ambientale. Tutto questo attraverso un processo digitale già sperimentato, attivo in diverse Regioni già da prima del Covid”.