Cosa cambia dal 2025 con l’introduzione delle ricette mediche esclusivamente digitali. Nessuna sanzione prevista.
A partire dal 2025, le ricette mediche digitali diventeranno obbligatorie in Italia. La Legge di Bilancio ha stabilito che tutte le prescrizioni mediche dovranno essere rilasciate in formato elettronico, portando a una completa dematerializzazione del sistema. Questa innovazione rappresenta un cambiamento significativo, specialmente per alcune categorie di persone come gli anziani, che potrebbero incontrare difficoltà nell’uso delle nuove tecnologie. Di seguito, analizziamo i dettagli della normativa e le sue implicazioni.
Cosa prevede la nuova misura per le ricette mediche
La nuova disposizione introduce l’obbligo di emettere tutte le ricette mediche in formato esclusivamente digitale, a eccezione di pochi casi in cui sarà possibile richiedere una copia cartacea. Il provvedimento è volto a migliorare l’efficienza del sistema sanitario, garantendo un monitoraggio più preciso delle prescrizioni e una migliore alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico.
La misura riguarda sia le ricette “rosse” del Servizio Sanitario Nazionale che quelle “bianche” a carico dei cittadini. Questo passaggio definitivo al digitale è stato anticipato durante la pandemia, con una fase sperimentale che ha dimostrato l’efficacia di questo sistema.
Un aspetto rilevante della normativa è che non sono previste sanzioni per il mancato rispetto del formato digitale. In pratica, i pazienti potranno comunque richiedere la stampa della ricetta, se ne avranno bisogno. Tuttavia, la produzione delle ricette dovrà essere sempre avviata in modalità digitale, con la copia cartacea che rappresenta un’eccezione.
Il ruolo delle regioni e l’opinione dei medici
La responsabilità di vigilare sull’attuazione della norma è stata affidata alle regioni, che dovranno assicurare il corretto funzionamento del sistema attraverso le autorità locali. Sebbene non ci siano sanzioni, le regioni sono incaricate di garantire che tutte le prescrizioni siano rilasciate in formato digitale, monitorando il processo a livello territoriale.
Secondo i medici di famiglia, la nuova norma non porta cambiamenti sostanziali per la loro pratica quotidiana. Sergio Bartoletti, vice segretario della Fimmg, ha sottolineato che “non tutti i farmaci nelle ricette bianche sono dematerializzabili: a esempio non lo sono sonniferi e tranquillanti”.
Inoltre, Bartoletti evidenzia come la mancanza di supporto digitale per gli anziani rischi di creare disagi, poiché molte persone non sono in grado di gestire autonomamente il sistema. “Oggi già stampiamo per loro le ricette quando vengono a studio e continueremo a farlo se necessario. Quello che chiediamo è che anche tutti gli altri medici specialisti, compresi i dentisti, facciano le ricette digitali e non ci obblighino a noi a fare i tipografi contoterzisti facendo materialmente le prescrizioni al loro posto”, ha aggiunto.
Infine, Tania Sacchetti, segretaria della Spi Cgil, ha sottolineato che “la norma non prevede misure di accompagnamento come l’apertura di sportelli di aiuto o servizi per aiutare i più anziani o chi ha difficoltà con la digitalizzazione. Si rischia così di introdurre un fattore di esclusione sociale”. Come riportato da ilgiornale.it