La Procura di Torino ha chiesto una condanna a sette anni per l’imprenditore svizzero Schmidheiny, imputato nel processo Eternit.
Sette anni per Stephan Schmidheiny. Questa è la richiesta fatta dalla Procura di Torino ai giudici del Tribunale durante l’udienza del processo Eternit. L’imprenditore svizzero è accusato di omicidio colposo per la morte di 392 persone legata all’esposizione ad amianto,
Processo Eternit, chiesti sette anni per l’imprenditore svizzero Schmidheiny
A Torino sta per andare in scena un altro atto fondamentale del percorso sul caso Eternit. L’accusa ha chiesto una condanna a sette anni per la morte di alcune persone dovuta all’Eternit. Ma la decisione finale spetta ai giudici che dovranno confermare la sua responsabilità o scagionarlo.
Schmidheiny, “Italia Stato Fallito, non ho intenzione di vedere una prigione italiana dall’interno”
Nel giorno della sentenza del Tribunale è venuta alla ribalta un’intervista di Schmidheiny al giornale svizzero Nzz am Sonntag.
“Non ho intenzione di vedere una prigione italiana dall’interno. Ritengo che alla fine il mio comportamento sarà giudicato correttamente e un giorno verrò assolto […]. Abbiamo fatto tutto il possibile e quanto era ragionevolmente esigibile secondo lo stato delle conoscenze di allora per risolvere il problema dell’amianto. Ma 40 anni dopo si viene accusati di omicidi di massa e perseguitati per decenni. Così è la vita. Cosa posso fare?”.
“All’inizio pensavamo che si trattasse di diritto, di fatti, di giustizia, ma nel corso del tempo questa impressione è svanita. Ciò mi è pesato molto e per molto tempo. Ma poi ho capito che mi sarei dovuto occupare della mia salute mentale per non lasciarmi abbattere da tutti questi incredibili attacchi. Mi sono reso conto di provare dentro di me un odio per gli italiani e che io sono il solo a soffrire per questo. Ho lavorato in modo mirato sulla situazione. E quando oggi penso all’Italia provo solo compassione per tutte le persone buone e oneste che sono costrette a vivere in questo Stato fallito”.