La proposta dell’Ue di riconoscere i figli delle coppie omosessuali in tutti gli stati membri sarà terreno di scontro in Senato.
Si preannuncia uno scontro in Senato tra maggioranza e opposizione sulla proposta di regolamento europeo presentata dalla Commissione Ue che punta al riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie omosessuali in tutti gli stati membri dell’Unione. Ovvero i bambini registrati come figli di entrambi i membri della coppia in uno stato devono essere riconosciuti come tali anche negli altri stati. Si sta valutando questa proposta avanzata da Bruxelles anche a Roma.
La Commissione Ue punta ad arrivare all’assunto che i figli sono figli con tutti i diritti conseguenti in tutti gli Stati dell’Unione europea, senza distinzioni tra chi li abbia concepiti o chi siano i genitori, omosessuali o adottivi. “Una famiglia formata da due madri o da due padri in Francia, Spagna, Germania e in tutti i diciannove Paesi europei che già la riconoscono come tale, non deve e non può smettere di esserlo quando varca un confine e arriva in Paesi come Ungheria, Bulgaria, Polonia, Romania o Italia che non hanno una legislazione a favore dell’omogenitorialità”, ha detto Alessia Crocini, presidente delle Famiglie Arcobaleno.
Le contestazioni del centrodestra
Il regolamento prevederebbe anche un certificato europeo di filiazione. Tutti i parlamenti degli stati membri devono valutare la proposta prima di essere adottata dal Consiglio Ue per diventare poi vincolante per tutti i paesi dell’Unione. La critica che muove il centrodestra a questa proposta è che rischia di essere un cavallo di troia per autorizzare la maternità surrogata.
Simona Malpezzi, capogruppo Dem ricorda che “già in occasione dell’iter della legge sulle unioni civili, il Pd ha sempre sottolineato la preminenza dell’interesse del minore al riconoscimento dello stato di figlio come da giurisprudenza Cedu”. Per Avs “è una conquista per i diritti civili e sociali che metterebbe uno stop alle discriminazioni”.