Riduzione dell’orario di lavoro: categorie interessate e rischi

Riduzione dell’orario di lavoro: categorie interessate e rischi

Si parla di ridurre l’orario lavorativo nei rinnovi dei contratti di alcuni settori, ecco quali.

Sono molti i sindacati che sollevano da tempo questioni in merito. Una delle prime era stata avanzata da Filca, Fillea e Feneal: tutti sindacati del legno arredo. La loro richiesta consiste in una diminuzione dell’orario lavorativo di circa 12 ore all’anno. Tra gli esponenti di queste proposte anche bancari e alimentari. I primi chiedono non solo una riduzione di 16 giorni all’anno (pari a circa 10 ore al mese), ma anche un aumento di 435 sul triennio.
Gli alimentari, invece, avanzano una proposta di 24 giorni di riduzione annua e 300 euro di aumento suddivisi nel quadriennio.

Le proposte avanzate da queste categorie non rappresentano una novità. Già durante le prima fasi della pandemia, era stato emanato il decreto Maggio, in cui si prevedeva una riduzione dell’orario lavorativo, a fronte dello stesso salario, per molte categorie di lavoratori.

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Riduzione di orario e aumenti: i rischi della proposta

Questa manovra contrattuale può portare, tuttavia, alcuni svantaggi. La riduzione dell’orario lavorativo, unita alla richiesta di aumento, rischia di porre un freno ai negoziati: si tratta di richieste dal costo alto, senza contare che in Italia la produttività del lavoro è molto bassa.

Diverso, infatti, è il caso del settore delle telecomunicazioni. Un settore che è disposto a contenere l’aumento a condizione di una massiccia riduzione oraria. Iniziativa, così come le altre, apprezzate dai lavoratori ma non dalle aziende, che considerano tutto ciò impraticabile.

Lavoro

Riduzione oraria e smart working: non mancano le sperimentazioni

Con la pandemia da Covid-19 e l’avvento in massa dello smart working, ci sono stati grandi cambiamenti nel mondo del lavoro. Moltissime imprese hanno sperimentato alcune formule innovative, come quella della settimana corta all’inglese.
Questa settimana si basa sulla formula 100-80-100: 100% dello stipendio, 80% del tempo lavorativo e 100% dei risultati.

Questo modello di sperimentazioni sembra essere applicabile a molti ambiti lavorativi. Tuttavia, la discussione è sempre incentrata sulla diminuzione delle ore lavorative, ma non dei salari.
Un punto questo che, unito alla bassa produttività in Italia di cui si parlava, porta il dibattito a essere spinoso nonostante i molti manager favorevoli a discuterne.