Si è concluso l’esame degli emendamenti sulla riforma del Csm della Commissione Giustizia alla Camera. Martedì arriverà il testo in aula.
La Commissione Giustizia ha approvato anche l’emendamento sulla separazione delle funzioni dei magistrati. I magistrati così dovranno scegliere quale delle due professioni continuare se la funzione giudicante o requirente. Avranno una sola volta la possibilità di passare da una funzione all’altra da chiedere “entro il termine di sei anni dal maturare per la prima volta della legittimazione al tramutamento”. Oltre questo termine è possibile solo il passaggio tra funzione civile e penale.
Gli emendamenti recepiti includono anche lo stop alle porte girevoli tra magistratura e politica. I magistrati che intraprendono la carriera politica con incarichi al Parlamento o al governo non potranno più esercitare la professione di magistrato. Ma saranno collocati fuori ruolo presso le amministrazioni pubbliche. Per quanto riguarda, invece, i magistrati che assumono ruoli ai vertici di un ministero ad esempio, cessata la carica, resteranno un anno fuori ruolo. Inoltre, per i tre anni successivi non potranno avere incarichi direttivi o semidirettivi. Da ultimo, i magistrati che si candidano, ma non vengono eletti non possono esercitare nelle regioni dove si sono candidati.
L’Anm, associazione nazionale dei magistrati però non ci sta e per martedì ha convocato il comitato direttivo, proprio nella data in cui la riforma sarà in discussione in aula. I magistrati stanno pensando anche ad uno sciopero per questa riforma. Alcune delle norme per loro sono punitive e stravolgono la Costituzione.
Nonostante la resistenza dei magistrati il testo andrà in Aula
Ma la maggioranza esulta per il risultato raggiunto. Dopo un percorso lungo e travagliato si è arrivati al testo finale. “Alla fine, tra difficoltà di vario genere, è uscito un testo che presenta innovazioni significative, che potranno aiutare a superare conservatorismi e autoreferenzialità della magistratura, contribuendo alla sua autorigenerazione.” Commenta così il deputato Pd Verini. “Al tempo stesso siamo riusciti a tutelare i principi – irrinunciabili e costituzionali – dell’indipendenza della magistratura, che alcuni emendamenti minacciavano, come quelli sul sorteggio e sulla responsabilità civile diretta. Ora l’aula voterà una riforma, dopo quelle del processo penale e civile, che potrà aiutare la giustizia italiana ad essere più giusta, efficace, europea”.