Le indagini sulla tragedia di Rigopiano continuano. La Procura di Pescara ha emesso sette avvisi di garanzia per i reati di frode e depistaggio.
PESCARA – A distanza di quasi due anni dalla tragedia di Rigopiano, la Procura di Pescara ha chiuso un nuovo filone di indagine emettendo sette avvisi di garanzia per i reati di fronte e depistaggio. La notifica è stata recapitata a quasi tutto il personale della Prefettura, tra cui anche all’ex prefetto.
Gli imputati sono finiti nel registro degli indagati per aver – secondo gli inquirenti – nascosto le varie segnalazioni arrivate quel giorno dall’hotel. L’obiettivo era quello di non far scoprire la chiamata fatta dal cameriere Gabriele D’Angelo poco prima della tragedia.

Tragedia Rigopiano, le indagini proseguono per accertare la veritÃ
Le indagini sulla chiamata effettuata dal cameriere Gabriele D’Angelo sono partiti dopo un anno dalla tragedia. Gli inquirenti sono venuti in possesso della conversazione con un carabiniere che segnala la chiamata alla Prefettura. La funzionaria Daniela Acquaviva lo ha tranquillizzato, parlando di un intervento effettuato anche se alla fine non era così.
Proprio per questo si è deciso di aprire un’investigazione sulla vicenda e accusare le sette persone, tra cui l’ex prefetto per depistaggio e frode. Nei prossimi mesi il processo andrà avanti con i giudici che dovranno decidere se continuare con la loro accusa, oppure archiviare la posizione.
I filoni sulla tragedia di Rigopiano sono tanti con la Procura di Pescara che nei prossimi mesi potrebbe emettere anche altri avvisi di garanzia. I magistrati e gli inquirenti sono al lavoro per cercare di mettere la parola fine a questa tragedia che ha sconvolto l’intera Italia nel gennaio 2017. Una slavina – staccatasi dopo alcune scosse di terremoto – ha travolto l’hotel abruzzese provocando diverse vittime. Una vicenda – almeno secondo le indagini – che poteva essere evitata.
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