Molti si chiedono quali sono le risposte della politica alle sfide del mondo di oggi, tra cui il rincaro delle bollette.
Il governo Meloni ha grandi piani per il futuro dell’Italia. O almeno queste sono le intenzioni. Quello in cui si trova ad operare il governo italiano è un contesto di crisi energetica, cambiamenti climatici e tensioni globali. In particolare si fa riferimento alla guerra in Ucraina, con cui è stata resa palese la forte dipendenza dell’Italia da parte del gas russo.
Una transizione verso le fonti rinnovabili
L’Europa, riguardo le fonti di energia, si trova in transizione verso le fonti rinnovabili. Dunque, il governo italiano vuole mandare a Bruxelles l’anteprima del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima. In tale piano sono indicate le politiche energetiche che l’Italia adotterà da qui al 2023.
Tuttavia, vi sono alcune contraddizioni all’interno del Piano. Una su tutte, la continua presenza del gas come fonte energetica. Con la guerra in Ucraina, i prezzi del gas sono aumentati vertiginosamente: il che ha portato l’Europa ad agire con sussidi e incentivi a consumatori e aziende. Ora, il gas che arriva in Italia proviene soprattutto dall’Algeria e non più dalla Russia.
Inoltre, i prezzi sul gas sono sì diminuiti, ma non sono tornati ai livelli del 2022. Da qui, l’incertezza del governo Meloni che prosegue con l’acquisto di gas, seppur da diverse fonti e con accordi con altri Paesi oltre la Russia.
Perché il gas rimane nei piani del governo?
I consumi di gasi in Italia, ma in generale in Europa, sono diminuiti. Secondo la Commissione europea, questa sarà la giusta direzione da seguire anche in futuro. Così sarà più facile la transizione verso le energie rinnovabili. “La guerra in Ucraina ha enfatizzato questa transizione, legandola a doppio filo la sicurezza degli approvvigionamenti“, ha dichiarato Francesco Sassi, analista energetico.
Tuttavia, tali cambiamenti si fanno sentire anche verso chi vende gas. Gas di cui, in Italia, abbiamo ancora bisogno. Sassi afferma: “È un segnale politico per i Paesi esportatori. Ci sono delle infrastrutture da mantenere e con dei costi. L’Europa chiede a questi Paesi di aumentare le forniture e di investire per usare meno la loro materia prima in futuro. Per questo ci si chiede quale sia l’orizzonte europeo per il consumo di gas: si guarda alla sicurezza energetica del momento più che alla prospettiva“.