Ripresa dei negoziati al Cairo tra Israele e Hamas: i grandi ostacoli

Ripresa dei negoziati al Cairo tra Israele e Hamas: i grandi ostacoli

Negoziazioni al Cairo tra Israele e Hamas: nuovo tentativo di mediazione per la pace in Medio Oriente, cosa sta succedendo.

Nel cuore del Medio Oriente, una nuova speranza emerge con la ripresa dei negoziazioni indiretti al Cairo tra Hamas e Israele. Questi colloqui, mediati dagli Stati Uniti, l’Egitto e il Qatar, puntano a stabilire una tregua nella Striscia di Gaza che possa includere il rilascio di circa 130 ostaggi. L’annuncio, dato dalla Tv egiziana Al-Qahera News, segna un momento cruciale per la regione.

carro armato nella guerra Israele-Hamas

Le richieste di Hamas e le mosse di Israele

Il percorso diplomatico non è privo di ostacoli. Hamas ha chiarito che non accetterà accordi senza il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia. Inoltre, il movimento ha respinto la proposta di istituire una forza militare multinazionale nella zona, etichettandola come una trappola dei “sionisti”. Questa tensione sottolinea le profonde diffidenze tra le parti, complicando gli sforzi di pace.

Nonostante le sfide, l’obiettivo comune rimane il raggiungimento di una pace duratura. Israele, da parte sua, ha proposto la creazione di una zona cuscinetto al confine con Gaza, evidenziando la ricerca di soluzioni per garantire la sicurezza.

L’intervento degli USA

La decisione dell’amministrazione Biden di fornire supporto militare a Israele, con il trasferimento di migliaia di bombe e aerei da combattimento, ha suscitato forti reazioni. Hamas ha condannato fermamente questo gesto, interpretato come un segnale di “piena collaborazione” degli USA nel conflitto, accentuando le già profonde ferite nella Striscia di Gaza.

Gli appelli di Hamas alla Nazioni Unite si fanno più pressanti: chiedono un divieto totale sulla fornitura di armi a Israele e l’adozione di misure concrete per fermare l’aggressione. L’esercito israeliano, da parte sua, continua le operazioni militari, con un assedio all’ospedale Shifa di Gaza che ha causato la morte di oltre 400 palestinesi e danneggiato più di 1.050 abitazioni.

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