Rischi per la salute: etichetta su vini e sigarette

Rischi per la salute: etichetta su vini e sigarette

“Nuoce alla salute”: l’etichetta proposta da Bruxelles sulle bottiglie di vino che agita l’agroalimentare italiano.

Vino e sigarette sullo stesso piano: la Commissione europea approva il provvedimento con cui l’Irlanda renderà obbligatorio per i produttori di bevande alcoliche l’introduzione su bottiglie e lattine di un’etichetta che avverte sui rischi per la salute umana del consumo di alcol. Per l’Italia questo significa compromettere uno dei mercati più forti del Paese.

Vino

Un attacco al fatturato

Secondo Coldiretti, la decisione dell’Irlanda “è un attacco diretto all’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato”. Le informazioni sui rischi per la salute, particolarmente legati al consumo e al cancro, appaiono come “avvertenze terroristiche”.

Ad oggi, l’Italia non ha imposto nessuna stretta ai produttori di vino, quindi al momento solo l’Irlanda si è mossa verso l’utilizzo di etichette sui prodotti alcolici. Ma quindi perché il nostro Paese si preoccupa così tanto per questa novità? Il timore è che l’esempio irlandese possa espandersi a livello europeo.

Le proposte Ue del 2021

Basti ricordare che, già nel 2021, la Commissione europea ha presentato un Piano per combattere il cancro in cui inseriva il consumo di alcolici tra i rischi da affrontare, delineando delle proposte per ridurlo del 10% entro il 2025.

Tra queste misure c’erano: l’aumento delle tasse sugli alcolici, una stretta sulla pubblicità (soprattutto quella rivolta ai giovani), la riduzione dei fondi Ue per la promozione all’estero, e infine l’introduzione di avvertenze sulla salute in etichetta. Il Parlamento si oppose già a queste proposte, ma nulla nega che non possano tornare.

Lo studio sui rischi dell’alcol

Secondo uno studio pubblicato da The Lancet, è palese come il consumo (eccessivo) di alcol provochi morti premature, di cui il 29,4% sono causate proprio dal cancro.  Per questo, l’Onu ha chiesto nei suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile di ridurre del 10% il consumo mondiale entro il 2025, un target condiviso per l’appunto da Bruxelles.

Ma la realtà agroalimentare italiana contesta questa scelta, che dovrebbe distinguere consumo eccessivo e consumo minimo. “Non fare alcuna distinzione in base al livello ed alle modalità di consumo trasmette un messaggio confuso ai consumatori, non rendendoli consapevoli dei reali rischi per la salute”, dice per esempio la Fivi, la Federazione italiana dei vignaioli indipendenti.

A differenza dell’Irlanda, poi, in Italia l’emergenza alcol non presenta alti tassi di alcolismo. Scondo gli studi, tuttavia, i rischi per la salute ci sono sempre a prescindere dal livello di consumo: il rischio è relativamente basso se associato a un basso consumo, ma basta poco perché aumenti esponenzialmente