Rivolta delle regioni: le competenze della sanità nel mirino del governo

Rivolta delle regioni: le competenze della sanità nel mirino del governo

Le Regioni guidate dalla Lega insorgono contro il governo Meloni per la gestione delle liste d’attesa nella sanità.

La sanità italiana è al centro di un acceso dibattito tra le Regioni e il governo Meloni, con le amministrazioni leghiste in prima linea. Il nodo della discordia è il decreto legge sulle liste d’attesa, in particolare l’articolo 2, che prevede controlli ministeriali diretti sulle aziende sanitarie locali. Le Regioni, capeggiate dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, hanno manifestato una ferma opposizione, sostenendo che la normativa lede le loro competenze.

Giorgia Meloni

Il cuore della contesa: l’articolo 2 del decreto

L’articolo 2 del decreto legge sulle liste d’attesa ha sollevato polemiche per la previsione di controlli e verifiche da parte del ministero della Sanità direttamente sulle aziende sanitarie locali, includendo anche attività di polizia giudiziaria. Questa misura, secondo Fedriga, crea una sovrapposizione di competenze che rischia di compromettere l’efficacia della lotta alle liste d’attesa.

Abbiamo proposto di formulare un emendamento che crei nuclei di controllo e valutazione all’interno delle singole Regioni“, ha dichiarato Fedriga, sottolineando che tale proposta è stata fatta “in una logica di assoluta alleanza istituzionale e lealtà collaborativa“. La proposta delle Regioni prevede che il ministero continui a svolgere un ruolo di controllo, ma attraverso la verifica delle attività regionali, garantendo così un’organizzazione più chiara ed efficace.

L’autonomia regionale in conflitto con il governo?

L’intervento diretto del governo centrale è percepito dalle Regioni come un attacco all’autonomia locale, un principio fondamentale per molte amministrazioni, in particolare quelle a guida leghista. La risposta negativa del governo alla proposta di emendamento ha accentuato il conflitto, facendo emergere un sentimento di frustrazione tra i governatori regionali. Fedriga ha ribadito che la confusione generata dalla normativa attuale potrebbe ostacolare gli obiettivi prefissati, auspicando una riformulazione che rispetti le competenze regionali.

Il problema delle liste d’attesa è particolarmente pressante, con un aumento esponenziale delle prescrizioni mediche che non riesce a essere gestito efficacemente. “Sulla parte prescrittiva e soprattutto sulle prescrizioni inappropriate dobbiamo metterci mano“, ha aggiunto Fedriga, sottolineando l’urgenza di interventi mirati e coordinati.

Insomma, il conflitto tra Regioni e governo Meloni non sembra destinato a risolversi rapidamente. La posta in gioco è alta: da un lato, l’efficienza del sistema sanitario nazionale, dall’altro, la salvaguardia dell’autonomia regionale. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se si potrà raggiungere un compromesso che soddisfi tutte le parti coinvolte, nel rispetto delle competenze e delle esigenze dei cittadini.

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