Robert Kennedy Jr. e la sanità Usa: le reazioni degli esperti

Robert Kennedy Jr. e la sanità Usa: le reazioni degli esperti

Robert Kennedy Jr. potrebbe guidare la sanità negli USA? Burioni, Lopalco e Rezza esprimono scetticismo, definendolo un rischio.

Il dibattito sull’ipotesi di Robert Kennedy Jr. alla guida della sanità americana sta agitando l’opinione pubblica e la comunità scientifica. Avvocato e noto critico delle politiche vaccinali e di Big Pharma, Kennedy Jr. è percepito come una figura controversa. La sua potenziale nomina ha suscitato reazioni decise da parte di esperti del settore, soprattutto in considerazione del suo passato legato a teorie complottiste sui vaccini.

Roberto Burioni

Burioni su Robert Kennedy Jr: “Come Dracula alla direzione dell’Avis”

Il professor Roberto Burioni, virologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele, non ha usato mezzi termini: “Robert Kennedy Jr. a capo della sanità americana? Sarebbe come mettere Dracula alla direzione dell’Avis. La realtà supera ogni fantasia.” Come riportato da adnkronos.com

Burioni ha condiviso questa dichiarazione sui social per esprimere la sua profonda preoccupazione sul possibile ruolo di un personaggio dai trascorsi antivaccinisti nella sanità pubblica statunitense. Secondo il virologo, tale scelta rappresenterebbe un rischio per la salute pubblica, normalizzando posizioni che vanno contro la scienza e l’evidenza medica consolidata.

Lopalco e Rezza: “Rischio per la salute pubblica”

Anche Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, ha espresso il suo scetticismo: “Robert Kennedy Jr. come consulente per la sanità sarebbe come nominare Erode a protettore dei diritti dell’infanzia. È un complottista permeato di idee bislacche sui temi della salute. Pensarlo a capo della sanità della più grande democrazia occidentale mette i brividi: una iattura di portata globale.” Come scritto da adnkronos.com

Lopalco ha evidenziato i rischi connessi al fatto che un oppositore delle vaccinazioni possa influenzare le politiche sanitarie di un Paese come gli Stati Uniti, già caratterizzato da divisioni sul tema.

L’epidemiologo Gianni Rezza, invece, ha assunto un tono più riflessivo, pur senza nascondere le sue preoccupazioni: “I rischi di un governo ‘estremista’ della sanità statunitense, in particolare su posizioni no vax, sono limitati. Sia perché sono gli Stati a gestire il settore, vaccini compresi, sia perché ci sono molti interessi di cui non si può non tenere conto.” Come riferito da adnkronos.com

Rezza ha spiegato che il sistema sanitario americano, essendo gestito principalmente dai singoli Stati, può attenuare il potenziale impatto di posizioni estreme. Tuttavia, ha aggiunto: “Credo non sia assolutamente certo che Kennedy Jr. diventi il prossimo responsabile della sanità americana. Di fatto ha alle spalle un percorso politico controverso, una forte sensibilità ambientalista, e delle posizioni articolate in politica estera.”

Rezza ha quindi invitato alla cautela sui possibili scenari futuri, sottolineando che, anche qualora Kennedy Jr. assumesse un ruolo di rilievo, le sue posizioni dovrebbero essere necessariamente moderate.