La crimonologa Roberta Bruzzone ha detto la sua sul femminicidio di Pamela Genini e cosa sarebbe dovuto accadere da parte di tutti.
Si continua a parlare dell’ennesimo femminicidio che ha scosso l’Italia. In particolare dell’uccisione di Pamela Genini a Milano ad opera dell’ex compagno, Gianluca Soncin. Sui social e in tv, a dire la sua sul tema, è stata la nota criminologa Roberta Bruzzone che con grande forza e una dose importante di schiettezza ha sottolineato cosa abbia portato alla tragedia.

Roberta Bruzzone il femminicidio Pamela Genini
Tramite un lungo post su Instagram, Roberta Bruzzone ha riassunto il femminicidio Pamela Genini dando una sua visione dell’accaduto: “Un’altra storia di orrore annunciato. Un’altra donna che aveva paura di morire e che lo aveva detto, lo aveva ripetuto, lo aveva confidato. Ma nonostante tutto, non è bastato. […] Le frasi pronunciate da quell’uomo – ‘se mi lasci ti ammazzo e ammazzo tua madre’ – non sono ‘sfiati di rabbia’, non sono ‘minacce a caldo’. Sono pre-annunci di morte, segnali chiarissimi di una psicopatologia possessiva e predatoria, che troppo spesso viene scambiata per gelosia, o peggio ancora, per amore malato”.
E ancora: “[…] Pamela Genini non è morta ‘per amore’. È stata uccisa da un uomo che confondeva l’amore con il possesso, la frustrazione con il diritto, la rabbia con l’identità. […] Non è follia improvvisa. È una logica criminale lucida e coerente, costruita nel tempo, sotto gli occhi di tutti. E noi, ancora una volta, siamo arrivati troppo tardi”.
“Bisogna segnalare”
Il concetto espresso sui social è stato ribadito anche in tv a ‘Ore 14’ dove la Bruzzone ha tenuto a sottolineare anche un altro aspetto facendo riferimento alle impressioni degli amici e anche a quella del precedente fidanzato che, a quanto pare, era a conoscenza delle paure della Genini. “Francamente ritengo che sia anche un po’ il momento di dire che quelli che conoscono questo tipo di vicende, che ricevono i selfie con la faccia tumefatta, sarebbe anche un po’ il caso che si svegliassero e facessero delle segnalazioni a chi di dovere”.
In questa ottica, la criminologa ha ricordato che “ormai dal 2013, consente a chiunque venga a conoscenza di situazioni di questo tipo di fare la segnalazione, che le forze di polizia devono acquisire e immediatamente agire”.