Rocco Schiavone nel mirino del Governo Meloni

Rocco Schiavone nel mirino del Governo Meloni

Dopo Sanremo, la destra se la prende col vicequestore che, nella finzione scenica, si fa le canne: “Serve un cambio alla guida della Rai”

La serie Rai “Rocco Schiavone” piace agli italiani, ma non al Governo. Giunta alla quinta stagione, la saga del vicequestore interpretato magistralmente da Marco Giallini sta confermando ascolti di alto livello (11% di share), nonostante lo spostamento da Rai Due a Rai Uno. Annunciato la scorsa estate (ovvero prima delle elezioni che hanno premiato Giorgia Meloni), il trasloco sulla rete ammiraglia del servizio pubblico aveva indispettito moltissimo lo stesso Giallini, che si era detto preoccupato dall’incontro con un pubblico diverso da quello coltivato fin dal 2016 e abituato a programmi più tradizionalisti. “Rocco Schiavone”, spiegò il suo protagonista, “è sempre stata una serie trasgressiva“.

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Se l’ostacolo della nuova collocazione è stato superato alla grande, confermando il grande appeal televisivo della serie tratta dai libri di Antonio Manzini, proprio la sua “trasgressività” ha portato a nuovi problemi nel rapporto con la politica. Trionfatrice nelle urne, una volta insediatasi al Governo la destra ha fatto quello che tutti hanno sempre fatto prima di lei, tuffandosi mani e piedi nella Rai. I cambi nella governance e nei ruoli-chiave hanno seguito un copione fin troppo abituale, per un network che ha come suo editore i partiti politici.

“Con Rocco Schiavone si usa la Rai per propagandare l’uso di droghe”

“Rocco Schiavone” è un vero e proprio asset del servizio pubblico, ragione per cui nessuno si è mai sognato di parlare di una sua possibile soppressione. Tuttavia, da tempo era nota l’insofferenza della nuova maggioranza nei confronti di un personaggio che “fa apologia della cannabis, denigra la Polizia di Stato ed è un eroe per imbecilli”, come scrisse Maurizio Gasparri in un’interrogazione parlamentare datata 2016. Cinque stagioni dopo, il senatore di Forza Italia non ha smorzato i toni, anzi. Da componente della Commissione di Vigilanza, arriva a sostenere che con Rocco Schiavone “si usa la Rai per propagandare l’uso di droghe“. Nella sua dura presa di posizione, Gasparri stigmatizza il fatto che l’immaginario poliziotto “addirittura consiglia con quale vino abbinare la marijuana che fuma”.

Foglia Cannabis

Lascia francamente stupiti tanta acrimonia, soprattutto pensando a quante fiction hanno apertamente mostrato scene con fumo, alcool, violenza, sessismo e discriminazione, senza che nessuno le prendesse come uno spot più o meno occulto. Invece per Gasparri la questione è molto seria, al punto che cita Rocco Schiavone “nel caso servissero altri motivi per rendere urgente un cambio alla guida della Rai“. Insomma, dopo le polemiche sul Festival di Sanremo, ora la politica mette il naso anche nella fiction. Oltretutto in maniera talmente annunciata da provocare reazioni preventive nella Rai: alla conferenza stampa di presentazione della quinta stagione, per la prima volta in assoluto, non c’era alcun dirigente al tavolo con Marco Giallini, il regista Simone Spada e gli altri autori di uno dei più grandi successi degli ultimi anni. E dire che di solito in questi casi si sgomita per ritagliarsi un posto al sole.