Roma, i residenti di Torre Spaccata sono infuriati: “Respiriamo solo fumo”

Roma, i residenti di Torre Spaccata sono infuriati: “Respiriamo solo fumo”

Il comitato degli abitanti di Torre Spaccata ha denunciato la situazione del loro quartiere, legata al rogo degli scorsi giorni.

I numerosi incendi nella Capitale hanno causato parecchi disagi ai cittadini romani, stanchi di dover chiudere le finestre delle loro case a giorni alterni, di dover respirare fumo tossico proveniente dai roghi e di doversi spostare, calibrando i loro impegni, in base ai roghi presenti nella città. L’ultimo rogo, in ordine temporale, è quello avvenuto a Torre Spaccata, nella periferia est della Capitale. Gli abitanti del quartiere hanno denunciato la loro situazione terribile, causata dal rogo. Queste le loro parole.

Le dichiarazioni degli abitanti di Torre Spaccata

“Sono 25 anni che denunciamo la pericolosità degli sfasci davanti alle nostre case, ma nessuno ci ha mai ascoltato. Nel 2021 abbiamo raccolto oltre 2mila firme per una petizione alla sindaca Virginia Raggi e al presidente della Regione Nicola Zingaretti per far liberare il parco di Centocelle dalla presenza degli autodemolitori, ma nulla si è mosso. Ora ci ritroviamo qui, con danni ingenti, e non sappiamo ancora quelli alla salute visto che respiriamo aria tossica. Queste le parole di Bruno La Venuta, rappresentante del Comitato dei residenti di Torre Spaccata.

Incendio

A Torre Spaccata, la gente ha paura per la propria salute. All’improvviso si è fatto buio – racconta rispetto al rogo la signora Tiziana – una nube nera, sembrava carbone. Siamo abituati da queste parti agli incendi, perché il pratone brucia tutti gli anni, ma non con queste dimensioni. Poi il nostro è un quartiere pieno di persone anziane, erano terrorizzate, le abbiamo accolte in casa. Il vento ha fatto arrivare le fiamme anche dalla parte opposta di viale Palmiro Togliatti. Sono anni che chiediamo la bonifica del parco ma non è mai successo. Si sarebbe potuto evitare se qualcuno fosse intervenuto 30 anni fa”.