Originiaria di Napoli, la madre avrebbe agito in tal modo per attirare l’attenzione del marito, in un momenti di crisi matrimoniale

Ha provato ad uccidere la figlia più grande, di soli tre anni, versandole psicofarmaci a base di benzodiazepine nel biberon in due diverse occasioni. Questa l’accusa grave che pesa su una donna di 29 anni, originaria di Napoli, arrestata quest’oggi e rinchiusa nel carcere di Pozzuoli. Il gip Ezio Damizia le ha contestato il reato di tentato omicidio. Alla base dei folli gesti della donna vi sarebbe la volontà di attirare l’attenzione del marito, con il quale viveva un momento di grave crisi coniugale.

Psicofarmaci e arresti cardiorespiratori

I due tentativi di omicidio risalirebbero al 4 e al 19 dicembre scorsi, come riferito dal Corriere della Sera. In quei giorni la bambina era stata ricoverata al Bambino Gesù di Roma per due arresti cardiorespiratori, fortunatamente non mortali grazie al tempestivo intervento dei medici. Proprio per via di tali ricoveri, all’apparenza ingiustificati, la direzione sanitaria dell’ospdale ha deciso di segnalare l’accaduto alla procura di Roma, che ha dunque aperto un’indagine scoprendo la tragica causa dei problemi fisici della bambina. Già il 28 dicembre le forze dell’ordine avevano provveduto a notificare alla donna un provvedimento di sospensione della potestà genitoriale, impedendole di avvicinarsi alla bimba ricoverata e anche alle due sorelline più piccole, affidate ai servizi sociali. A rendere ancor più grave la posizione della madre vi sarebbe inoltre un sospetto ulteriore tentato omicidio, stavolta ai danni della seconda figlia, sempre tramite l’ingerimento di benzodiazepine nel biberon.

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ultimo aggiornamento: 12-01-2017


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