Runner ucciso dall’orso, la famiglia: “Non è stato imprudente”

Runner ucciso dall’orso, la famiglia: “Non è stato imprudente”

La famiglia di Andrea Papi, runner ucciso in Trentino dall’orso, denuncerà tutti gli haters che lo hanno offeso sul web.

Attraverso una nota dei legali Marcello Paiar e Maura Cravotto, i genitori di Andrea Papi hanno comunicato di aver chiesto all’Autorità Giudiziaria una verifica sulla correttezza di ogni singolo commento apparso in rete. “Andrea non ha avuto alcun comportamento imprudente essendosi limitato a fare una passeggiata nel bosco sopra casa percorrendo una strada forestale carrabile”, hanno dichiarato.

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I genitori di Andrea Papi, ucciso dall’orso

Ad un mese dalla morte di Andrea Papi, il giovane della val di Sole ucciso nei boschi sopra Caldes dall’orsa JJ4 – per cui al momento è stato sospeso l’ordine di abbattimento – i genitori del ragazzo hanno deciso di tutelare la sua immagine ed il suo ricordo.

Con un comunicato affidato ai loro avvocati infatti, la madre e il padre del runner hanno annunciato querele contro tutti gli haters che, dopo la sua morte, hanno commentato la tragedia sui social con frasi denigratorie nei confronti di Andrea Papi. 

Il comunicato degli avvocati

Nel documento i legali Paiar e Cravotto, dichiarano: “La famiglia sta subendo un secondo dolore derivato dalla moltitudine di commenti aggressivi, sconsiderati e denigratori della memoria di Andrea che così “muore” per la seconda volta, vittima ora non tanto dell’orso ma dei “leoni” da tastiera”.

La famiglia ha quindi ritenuto di dover tutelare la memoria di Andrea “richiedendo all’autorità giudiziaria di verificare la correttezza o meno di ogni singolo commento postato in rete da coloro che senza rispetto alcuno per la memoria di Andrea lo descrivono nei modi più beceri”.

“Nel prendere le distanze da chi estremizza l’esigenza di tutela degli animali a discapito del rispetto per la vita umana strumentalizzando le loro dichiarazioni e colpevolizzando il comportamento di Andrea, la famiglia Papi (che non intende più accettare provocazioni) si vede costretta oggi a depositare“, concludono gli avvocati, “formali atti di querela a tutela della verità e della memoria di Andrea, sempre più vittima, assieme alla famiglia, di chi ritiene che sui social si possa scrivere qualunque cosa”.