Russia accusa Biden di far sanguinare l’Europa per restare al potere

Russia accusa Biden di far sanguinare l’Europa per restare al potere

La Russia accusa l’amministrazione Biden di coinvolgere l’Europa in uno scontro con Mosca per mantenere il potere.

Le tensioni geopolitiche tra Russia e Stati Uniti continuano a crescere, con dichiarazioni sempre più aggressive da entrambe le parti. Recentemente, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato l’amministrazione del presidente americano Joe Biden di voler “far sanguinare l’Europa” per rimanere al potere. Zakharova ha espresso queste preoccupazioni su Telegram, sostenendo che i paesi dell’Unione Europea stiano inconsapevolmente partecipando a uno scontro diretto con Mosca sotto la bandiera della NATO.

Vladimir Putin

Le accuse della Russia contro Biden

Secondo Zakharova, l’Occidente sta alimentando una narrativa di imminente aggressione russa per giustificare ulteriori interventi e sanzioni. “L’amministrazione Biden deve far sanguinare l’Europa ancora più forte per evitare il collasso del proprio governo e dell’economia statunitense,” ha affermato, dipingendo un quadro di un’America disposta a sacrificare la stabilità europea per mantenere la propria posizione di potere.

Queste dichiarazioni si inseriscono in un contesto di crescente ostilità, con il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che ha esortato a rispondere alle sanzioni occidentali trasformando la vita in Occidente in un “completo incubo.” Medvedev ha invitato a causare il massimo danno possibile ai paesi ostili, proponendo una risposta implacabile che coinvolga tutti i settori strategici, dalla tecnologia all’energia, dalle industrie ai trasporti.

Crimini di guerra a Mariupol: il dossier alla corte penale internazionale

Nel frattempo, nuove rivelazioni emergono sulla crisi umanitaria a Mariupol, con gravi accuse contro la Russia. Un dossier presentato alla Corte penale internazionale da Global Rights Compliance, in collaborazione con il governo ucraino, accusa la Russia di aver utilizzato tattiche di fame deliberate durante l’assedio di 85 giorni della città all’inizio del 2022. Questa strategia è considerata un crimine di guerra e dimostra l’intenzione di Mosca di danneggiare un gran numero di civili.

Secondo il dossier, durante l’assedio, circa 22.000 persone sono morte a Mariupol. La popolazione civile si è trovata senza acqua, gas o elettricità, con temperature che scendevano sotto i meno 10°C. Catriona Murdoch, partner di Global Rights Compliance, ha dichiarato che l’obiettivo della ricerca era identificare una “narrazione più ampia” che provasse una deliberata negazione del cibo e dei servizi essenziali da parte delle forze russe.

Il dossier descrive quattro fasi dell’attacco russo: inizialmente, i raid contro le infrastrutture civili, seguiti dal blocco delle evacuazioni umanitarie e degli aiuti. Successivamente, le rimanenti infrastrutture critiche sono state prese di mira, e infine, la Russia ha condotto attacchi strategici per distruggere o occupare le infrastrutture residue. Queste azioni dimostrano un modello di condotta che potrebbe essere considerato come crimine di guerra, aumentando ulteriormente le tensioni internazionali.