La Russia ha denunciato il blocco norvegese dei rifornimenti ai minatori in un’isola dell’Artico.
Delle navi cargo con i rifornimenti diretti a Spitsbergen, l’isola più grande delle Svalbard, sono state bloccate dalla Norvegia. I rifornimenti erano diretti a un villaggio di minatori, qui la Russia ha grandi interessi minerari infatti. Oslo ha giustificato il blocco con le sanzioni imposte contro la Russia dopo l’invasione. Episodio analogo a quello verificatosi a Kaliningrad con la Lituania.
Ma la Russia ancora una volta non ci sta e accusa la Norvegia di aver violato i termini del Trattato delle Svalbard (o Spitzberg) del 1920. Questo trattato infatti riconosce la sovranità dell’arcipelago alla Norvegia ma concede a tutti i paesi firmatari, tra cui la Russia, di avviare attività commerciali. Nell’arcipelago delle Svalbard Mosca possiede delle miniere a Barentsburg e considera questo blocco inaccettabile.
La Norvegia giustifica il blocco con le sanzioni
A causa di questo blocco, inoltre, la Russia ha minacciato la Norvegia che ci saranno delle conseguenze. Così come era stata minacciata la sicurezza della Lituania. Il ministero degli esteri di Oslo ribadisce che il blocco è stato deciso secondo le sanzioni anti-russe messe in atto dopo l’aggressione dell’Ucraina. Ma Mosca sottolinea che in questo modo, Oslo mette a rischio l’approvvigionamento alimentare “per i minatori russi che lavorano in questo villaggio.
“Con la loro decisione, le autorità norvegesi stanno cercando di lasciare i minatori russi senza cibo, il che è intrinsecamente immorale. Ciò viola i diritti umani e i principi umanitari”, si legge in una nota del ministero degli Esteri russo. Non si sono fatte attendere le minacce del Cremlino che ha consigliato alla Norvegia di “valutare appieno le conseguenze del rifiuto di consentire l’ingresso di merci russe alle Svalbard“. In più, la Russia accusa la Norvegia di violare i diritti umani e gli accordi internazionali.
