Russia, day after: la fine di Putin è vicina

Russia, day after: la fine di Putin è vicina

Ecco come cadrà lo “Zar”.

Il recente attacco a Mosca potrebbe essere stata un’operazione “false flag” orchestrata da Ucraina o Russia per alimentare le polemiche interne alla Russia. Secondo le fonti di, l’attacco potrebbe essere stato organizzato dall’intelligence russa per giustificare un aumento dei bombardamenti sull’Ucraina. Tuttavia, gli Stati Uniti si oppongono all’idea di fornire missili a lungo raggio o jet da combattimento all’Ucraina. Secondo il leader del Cremlino potrebbe ricorrere a misure come l’impiego della sua truppa segreta “Bars” per vincere la guerra in Ucraina.

Le tattiche militari della Russia sono state fortemente criticate sia dentro che fuori il paese. Nonostante abbiano un vantaggio numerico di 4 a 1 nella regione di Donbas, la Russia non è riuscita a fare progressi significativi nella guerra. Nel frattempo, l‘esercito russo sembra essere insoddisfatto della direzione che il Paese ha preso sotto la guida di Putin.

I russi sono stanchi della guerra

Un recente studio condotto dal Centro statistico Levada rivela che la guerra ha inciso sul morale dei russi. I cittadini sono preoccupati per la possibilità di nuove mobilitazioni e sentono che il futuro del Paese è incerto. La maggior parte della popolazione desidera la pace. Tuttavia, se Vladimir Putin decidesse di ripristinare la coscrizione obbligatoria, potrebbe incontrare l’opposizione della popolazione, in particolare delle donne.

Senza un domani

“La gente non vede come la Russia potrà uscire dalla situazione in cui si è messa in Ucraina, e ritiene che neanche al Cremlino lo sappiano”

Vladimir Putin

Due scenari attendono le strade che portano da San Pietroburgo a Mosca.

Una rivolta immensa della popolazione, alla cui testa sono pronti a mettersi quelli che oggi marciscono in prigione. E non per meriti ma per acclamazione mediatica. In quel caso il club o la setta che guida il paese oggi è pronta a fuggire. L’altro scenario è una soluzione interna con la sostituzione silenziosa in stile brezneviano Arriveranno dall’estero i politici fuggiti nei primi anni 2000 come Kashiarov appunto Sempre che non vengano fatti fuori prima e stavolta non dai putiniani. Ma dai post-putiniani In mezzo una transizione a step. Prima Medveded poi Sukovikin. E poi il caos a stelle e strisce che si porterà via tutto ciò che resta del ras del cremlino. Ras-Putin.

Argomenti