La Russia è in default: le conseguenze

La Russia è in default: le conseguenze

Per la Russia è finito anche il periodo di 30 giorni concesso per ripagare il debito estero.

La Russia ha 100 milioni di dollari non pagati. Si tratta della prima volta che il paese va in default tecnico sul debito estero dal 1918. La Federazione russa non è riuscita a pagare il suo debito a causa delle sanzioni imposte dall’Occidente dopo l’invasione dell’Ucraina. Domenica sera è scaduto il termine ultimo per pagare i 100 milioni di dollari di interessi di due bond in dollari.

Il termine ultimo è scaduto il 26 maggio a cui è stato aggiunto un periodo di grazia di 30 giorni. Ma durante questo periodo il debito non è stato saldato quindi la Russia si trova ufficialmente in default tecnico. Questo accade per la prima volta da oltre cento anni, quando dopo la Rivoluzione bolscevica, Lenin si rifiutò di ripagare i debiti internazionali degli zar.

Bandiera_Russa

Le conseguenze del default per l’economia russa

Le conseguenze per la Russia saranno limitate proprio perché tutto quello che potrebbe arrivare da un default è già accaduto. Come ad esempio l’uscita degli investitori esteri dal paese, cosa che spontaneamente hanno già fatto dall’invasione dell’Ucraina. Il problema è che ora sarà difficile per l’Occidente farsi pagare dato che la Russia rifiuta l’etichetta di default perché imputa la colpa di questa situazione proprio alle sanzioni occidentali.

Il mancato pagamento infatti non è stato causato dalla mancanza di denaro o dalla volontà del paese di non pagare. La Russia ha appunto cercato più volte di saldare il debito ma le condizioni attuali non gliel’hanno permesso. Fino a maggio gli Usa gli hanno permesso alcune esenzioni per ripagare i debiti esteri ma poi è diventato impossibile.

“Sebbene un default formale sarebbe in gran parte simbolico, dato che la Russia non può contrarre prestiti internazionali al momento e non ne ha bisogno grazie ai ricchi introiti di petrolio e gas, il ‘marchio’ probabilmente aumenterà i suoi costi di prestito in futuro» ha dichiarato l’Office of Foreign Assets Control (Ofac) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.

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