La Russia ha pubblicato una “black list” dei Paesi che promuovono politiche neoliberiste distruttive, includendo anche l’Italia.
Nel mese di agosto, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto volto a fornire sostegno umanitario agli stranieri che condividono i valori tradizionali e morali russi e che rifiutano le politiche neoliberiste distruttive dei loro Paesi. Questa iniziativa offre una procedura semplificata per ottenere visti temporanei di tre mesi per chi desidera trasferirsi in Russia. A seguito del decreto, il Ministero degli Esteri russo ha stilato una black list dei Paesi considerati promotori di queste politiche, pubblicata ufficialmente il 17 settembre. Tra i Paesi elencati, spicca anche l’Italia.
I Paesi inclusi nella “black list” della Russia
La lista, approvata dal primo ministro Mikhail Mishustin, comprende 47 nazioni tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna, Canada e naturalmente l’Ucraina. L’elenco include anche Taiwan e Corea del Sud, due Paesi spesso in contrasto con gli alleati della Russia, Cina e Corea del Nord. Assenti dalla lista, invece, sono Paesi come Ungheria, Slovacchia e Turchia, che mantengono rapporti diplomatici meno tesi con Mosca.
L’inclusione dell’Italia nella “black list” riflette le crescenti tensioni tra Roma e Mosca, aggravate dalle sanzioni europee e dalle politiche occidentali che il Cremlino percepisce come un attacco diretto ai suoi valori tradizionali. La decisione di Putin si inserisce in un contesto di opposizione ideologica contro l’Occidente, accusato di imporre modelli neoliberisti che la Russia definisce come distruttivi.
Implicazioni della lista per i cittadini dei Paesi coinvolti
I cittadini dei Paesi inclusi nella “black list” hanno la possibilità di richiedere un visto temporaneo di tre mesi, una misura che rappresenta un invito a trasferirsi in Russia per chi condivide i suoi principi. Il Cremlino intende attrarre individui che respingono le influenze occidentali e abbracciano i valori tradizionali russi.
Questa mossa ha suscitato reazioni contrastanti: alcuni vedono l’iniziativa come una strategia per rafforzare l’immagine della Russia come baluardo dei valori conservatori, mentre altri la interpretano come un ulteriore tentativo di isolare il Paese dalle influenze esterne. La Russia si posiziona così come alternativa all’Occidente, promuovendo un modello di società basato sulla moralità tradizionale, in netto contrasto con il liberalismo occidentale.
La “black list” russa non è solo un elenco di Paesi indesiderati, ma rappresenta un messaggio politico chiaro: il Cremlino intende sfidare apertamente l’ordine mondiale dominato dall’Occidente, promuovendo un’alternativa autoritaria fondata su principi che rifiutano il neoliberismo. La presenza dell’Italia in questa lista sottolinea quanto profonde siano le divisioni politiche ed ideologiche tra i due Paesi, aprendo un nuovo capitolo di conflitto nella complessa geopolitica internazionale.